Senza appello la sentenza sul trasporto pubblico milanese, chiodo sulla bara di una giunta comunale sempre più votata alle politiche green prive di concretezza e di efficienza.
Secondo il “Rapporto indipendente sul trasporto pubblico a Milano”, pubblicato a dicembre 2024 e scritto dai ricercatori di Traspol, il laboratorio di politica dei trasporti del Politecnico, negli ultimi 8 anni, ovvero nel periodo di tempo compreso tra il 2016 e il 2024, a Milano c’è stato il decadimento della rete di superficie milanese, che include tram, bus e filobus, i tram hanno visto una riduzione giornaliera di corse del 19%, i filobus del 17% e i bus urbani del 15%.
Le metropolitane sono cresciute, come i bus suburbani.
Se le frequenze della rete metropolitana sono cresciute del 33% grazie, anche all’apertura della nuova linea M4, per i mezzi di superficie c’è stato un calo dell’offerta, come descritto sopra quantificabile in 3.490 corse in meno al giorno.
La riduzione della rete
La riduzione della rete di superficie non riguarda solo certi orari o zone della città. Si tratta, invece, di una tendenza generalizzata che ha elevato l’attesa media, senza contare le irregolarità dei passaggi e i salti di corsa.
Per il Comune e l’ ATM (Azienda trasporti milanesi), la diminuzione delle corse dei mezzi di superficie è imputabile alla carenza di autisti, accentuato da un maggior divario tra salari bassi e costo della vita elevato nel capoluogo lombardo.
Unica eccezione nella rete di superficie è rappresentata dai bus suburbani, ovvero quelle linee che collegano Milano con i Comuni limitrofi. Per queste si è registrato un aumento dell’11%, passando da 5.076 corse a 5.629.
La lentezza da record
Inoltre, i tram milanesi hanno una velocità commerciale di 10 km orari, che rende la rete di Milano tra le più lente al mondo, sensibilmente più bassa della media europea che è di circa 15/20 km orari.
Tale lentezza è dovuta principalmente a tre cose, la mancanza di una sede riservata ovvero corsie preferenziali dedicate esclusivamente al trasporto pubblico, rimanendo di fatti bloccati nel traffico automobilistico, rendendolo più lento e spingendo le persone ad optare per l’uso dell’automobile, il secondo motivo è la mancanza di asservimento semaforico, ovvero quella tecnologia che permette ai mezzi pubblici di avere sempre il via libera, ovvero il semaforo verde, quando stanno arrivando in prossimità di un incrocio, tale sistema, già oggi potrebbe essere installato sulle poche corsie preferenziali esistenti per evitare inutili rallentamenti, altra cosa è l’eccesso di fermate, troppo vicine e eccessive, i tram facendo troppe fermate invece di essere attrattivi vengono di fatto scartati dall’utenza per la loro lentezza.
Quindi tra piste ciclabili, zone pedonali, assurde politiche di una città a velocità 30 km/h, la “flotta” dei mezzi pubblici della città, ha subito in questi anni un decadimento sia in termini di servizio che in termini di utenza, fatta eccezione dei “portoghesi”, allogeni, anche se tra non molto, grazie alle politiche della sinistra, tanto cara all’amministrazione della città, saranno i cittadini milanesi di nascita a fregiarsi di tale termine, che fruiscono impunemente di tale servizio.
Paolo Ornaghi
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