Accadde anni fa in Grecia che un monaco apparve ad una suora dicendo di andare a scavare in un determinato punto perché lì era stato martirizzato secoli addietro.
Di lui tutto quel che si sa è ciò che egli stesso ha rivelato in sogno alla monaca che, obbedendo, ha trovato le reliquie di colui che, col nome di sant’Efrem, morto per mano dei turchi, è oggi venerato da tutto il mondo ortodosso e conosciuto per essere un santo che risponde velocemente alle invocazioni dei bisognosi.
Eretta una chiesa in suo onore, i resti del martire portato agli onori degli altari dalla chiesa greco ortodossa, giacciono in una teca, in un luogo bellissimo appena sopra la piana di Maratona.
Chissà quanti altri martiri e santi a noi completamente sconosciuti popolano il Cielo!
Anche la Chiesa di Roma venera santi di cui poco si sa se non per una tradizione popolare che però sempre si basa su ritrovamenti (si pensi alle migliaia di martiri seppelliti nelle catacombe) o su tradizioni molto radicate.
Si valuta, caso per caso, la fama di santità e si raccolgono le informazioni.
Di tutti i santi che popolano il Cielo solo pochissimi, probabilmente, sono quelli portati all’onore degli altari.
Il motivo per cui ciò è consentito da Dio rimane un mistero; è certo, però, che tutti noi siamo chiamati alla santità e che Cristo è modello per i celibi, per i coniugati, per i religiosi e per i laici.
Nel suo “Gaudete et exultate” Papa Francesco parla giustamente dei “santi della porta accanto”: uno stimolo potente per ricordare che anche la più monotona delle vite, la quotidianità meno esaltante può essere strada maestra verso il paradiso.
Ho voluto ricercare chi fosse stata la santa della quale porto il nome (Irmgard da Colonia) ed ho scoperto che si tratta di una donna aristocratica, dalla vita semplicissima e solitaria che dedicò le sue ricchezze al sostentamento dei poveri.
Nemmeno immaginiamo quanti santi africani e mediorientali godano del paradiso a causa delle persecuzioni recenti e men che mai riusciamo a figurarci l’esercito di coloro che sono diventati santi amando Dio e servendoLo attraverso una vita ordinarissima.
In futuro molti tra i martiri che la Chiesa potrà rintracciare saliranno agli onori degli altari, molti altri resteranno per sempre nell’oblio…ed è questo il motivo per cui Roma prega sempre invocando i santi col loro nome e poi “tutti i santi”, ben sapendo che il Cielo è più ricco di quel che immaginiamo e sperando che l’inferno sia più povero di quel che temiamo.
di Irma Trombetta
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