Il nostro giornale – e chi vi scrive anche a livello personale – se ne farà una ragione – anzi, ci ride pure – degli insulti di Mattia Santori. Il “fumoso” consigliere del sindaco, infatti, ieri si è speso e ha fatto spendere tempo agli amici, pur di assicurare di non aver mai pensato di realizzare un murales sulla cinta muraria dell’ex-stazione di arrivo della funivia di San Luca.
Piccole miserie di chi ha pensate astruse ed è anche privo del coraggio di rivendicarle. Noi, per parte nostra, ribadiamo quanto scritto, aggiungendo – a parzialissima rettifica di quanto scritto ieri – che un collaboratore di Sartori, illustrando il progetto, martedì pomeriggio, aveva ridimensionato la cifra da spendervi eventualmente. Però, non teme smentita l’affermazione, secondo cui, quando fu ipotizzata la prima volta, per la realizzazione di questa “opera d’arte” si era parlato di oltre un milione di euro, quasi due.
Poi, è chiaro: avendo oggi deciso oggi di ritirare il progetto – anche a seguito delle polemiche innescate dal nostro articolo. Come ha detto qualcuno che non ha paura, nel far sapere all’opinione pubblica cosa si fa e si pensa a Palazzo d’Accursio – è scontato che domani, rispondendo a Matteo Di Benedetto, consigliere della Lega che ha deciso di portare la vicenda all’attenzione del consiglio comunale -, negheranno di aver mai avuto questa balzana idea.
Poco male, tutto sommato. La ricostruzione dei fatti che è stata illustrata in questi giorni è verissima e quel che conta, a questo punto, è l’aver impedito che San Luca fosse deturpata, nella sua sacralità e suggestione, da 200 metri quadrati, metro più metro meno, di “murales” inneggianti al Ciclismo, sport nobile certamente, ma che può essere glorificato in luoghi diversi, in cui non appaia come una sacrilega impronta sul Santuario che da secoli protegge e custodisce la Fede e il sentimento religioso più profondo dell’intera città.
Come non condividere, da questo punto di vista, il ragionamento di Francesco Cicognani e Anna Maria Cesari, presidente e vice di ComiColli, quando sottolineano: “Imporre un’iniziativa come questa senza la tanto declamata partecipazione dei cittadini che in collina vivono e che vogliono salvaguardarne ambiente e fascino, è inopportuno e sbagliato. Non ci sono risorse per mettere in sicurezza le vie collinari, sostituire guard rail fuori norma, ma si troverebbero denari per un murales a San Luca?” Perché anche questo è un aspetto importante del problema: quello delle priorità da rispettare, nella gestione dei territori.
Un’ultima annotazione, a beneficio di Santori. Basta con questa storia del “fascista”, agitato come una clava, nel tentativo (vano) di sminuire la credibilità del lavoro d’informazione di questa come di altre testate; del lavoro del sottoscritto come di qualsiasi altro collega. I giornalisti professionisti italiani lavorano con metodo e osservando anche un codice deontologico, oltre che a essere sottoposti a obblighi di legge precisi. Se qualcuno pensa che le regole siano state violate, ha gli strumenti per rivalersi e far emergere l’eventuale verità che sarebbe stata travisata. Santori pensa che nel suo caso sia successo questo? Si avvalga di quelle norme. Noi sapremo smentirlo anche in quella sede.
Anche se farebbe miglior figura ad ammettere di aver avuto l’idea di realizzare quel murales e di aver abbandonato l’intenzione, dopo aver capito che l’iniziativa avrebbe scatenato solo polemiche. Se non altro, dimostrerebbe come la mancanza di acume preventivo si accompagna, però, a una sufficiente dose di coscienziosità e rispetto per l’opinione dei cittadini.