Accenni di linguistica friendly
Ma che brutta giornata!
Fuori piove a dirotto e io ho scoperto di esser vecchia, vetusta ai limiti della mummificazione!
Non sono i capelli bianchi che sfrontatamente aumentano seppure a ritmo cortesemente lento né le giunture da oliare sempre più spesso a fare di me una vegliarda da ospizio, ma è il mio esser rimasta indietro coi tempi, il mio essere culturalmente obsoleta, a rendermi una penna d’oca (speriamo non un’oca intera!) in un mondo di computer.
Gap culturale
Oggi scopro il gap culturale che mi allontana, insanabilmente, dalla contemporaneità: sono venuta a conoscenza dell’esistenza del season gender, dell’ecosexuality e della necessità, ormai imprescindibile per chi non voglia apparire un fossile del paleolitico superiore, di non parlare di donne incinte, di maternità, di allattamento al seno, di padri.
Negli Usa le donne incinte sono diventate persone in gravidanza, la maternità è stata sostituita dalla genitorialità, l’allattamento al seno suona adesso come allattamento di corpo o di petto perché il seno è parola così spudoratamente attinente alla femminilità che nessuno può più usarla se non vuol essere esiliato nel museo degli orrori o nella sezione “dinosauri” dell’istituto di paleontologia della propria città.
I padri il purgatorio lo hanno trovato nel nuovo nome assegnato loro, genitori non in gravidanza che li definisce per negazione rispetto a qualcuno che mai potranno essere …ma allora il genitore in gravidanza è la madre o trattasi di genitore che non produce spermatozoi? Se così è, il genitore che produce spermatozoi è il padre e il padre è inderogabilmente maschio dato che nessun altro può produrre spermatozoi se non i maschi!
Il concetto potrà essere esteso ed applicato agli animali? Quel maschilista del toro lo ridurrei, sic et sempliciter, ad un bovino che non allatta; per il leone, reo dello stesso peccato del toro, ci andrei giù pesante anche per fargli pesare una sua certa indolenza: il felino che non partorisce e che non caccia mi pare appropriato.
Season gender
Già che siamo in tema di delizie presento il season gender, la libertà di cambiare sesso (quale tra i tanti?) ad ogni stagione e la ecosexuality, la libertà di fare l’amore con gli alberi e i cespugli…per le spine o per i rami più imponenti non è dato sapere come regolarsi, ma si attendono istruzioni dettagliate per le quali, temo, si dovrà far riferimento alla vecchia ed odiata anatomia! Si ignora la lingua in cui saranno scritte le istruzioni di cui sopra perché esprimersi è ormai una corsa ad ostacoli.
Da noi fior di laureati si sono assunti l’onere, per il quale saremo grati a vita, di insegnare quanto discriminatorio, machista, escludente, scorretto sia Benvenuto, da sostituire immediatamente con ti do il benvenuto…una rivoluzione culturale di enorme portata, non trovate?
Trans Media Watch Italia, insostituibile osservatorio dei media per la non discriminazione, avverte che usare la parola trans come sostantivo è sbagliato: bisogna scrivere trans donna, trans uomo e non pronunciare mai parole al maschile che possano suonare discriminatorie.
Gli articoli a Torino
Il Manzoni i panni li andò a sciacquare in Arno, noi nella Doria Riparia in quel di Torino dove il Rettore s’affanna perché nessuno dei suoi studenti si offenda per un articolo “il” o “la” pronunciati imprudentemente.
Grazie a tutt*, spero vi siate divertit*;Grazie a tutt@, spero vi siate divertit@;Grazie a tutt-, spero vi siate divertit- non risolverà il problema perché in italiano quei simboli non hanno suono e nella loro testolina i lettori continueranno a pronunciarli nei vecchi, obsoleti, gayfobici, fascisti, svergognati modi!
Voi non ci potete far nulla, ma il problema rimane, spiega Trans Media Watch, quasi più tragico della fame nel mondo e, nelle loro sedi, più frequentemente dibattuto.
Attendendo che qualcuno si adegui al famoso pastore americano che chiuse l’omelia con un AWOMAN per evitare il macho AMEN (sic), la Chiesa di Roma cambia il Messale ed aggiunge a fratelli la parola sorellequalora qualcunA non avesse capito che Cristo parla alle anime e che il Vangelo è universale!
Le università sono ormai quel che sono, dai media è meglio non sperare nulla, ma in certe sedi ed in certi momenti se si smettesse di fare i pagliacci non sarebbe male, cari fratelli ….AMEN!
Irma Trombetta
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