Bianco? No, Sioux!
La modernità teme la disuguaglianza e aborre la verità la quale, affinché non le sia d’intralcio, subisce cancellazioni, falsificazioni o censure.
La verità più temuta negli Usa, la più taciuta, forzatamente e deliberatamente, è che la condizione di subalternità culturale ed economica di alcune minoranze, in particolare di quella nera, è responsabilità delle stesse.
L’indicibile è che quasi nessun nero americano riuscirebbe ad entrare all’università se non per meriti sportivi; pochissimi si posizionerebbero nelle graduatorie per i posti pubblici senza le facilitazioni di cui godono; nessuno, delle loro comunità autogestite con enormi aiuti pubblici, ha sperimentato coesione sociale, pace, benessere e cultura.
L’indicibile è così grave e tanto incolmabile da divenire imperdonabile!
La negazione della verità
L’America woke non vuol vedere e, cieca per scelta, nega, ma la negazione della verità conduce ad abusi osceni, non raramente anche ridicoli.
Volendo studiare solo la questione delle Università, la verità taciuta, smorzata, distorta o negata, va ribadita: l’accesso dei ragazzi agli studi si effettua, malgrado una sentenza dell’Alta Corte lo vieti, su base razziale e sessista e l’accesso dei migliori alla docenza, sulle stesse identiche basi, cosicché alla ragazza nera, che voglia diventar matricola in qualsiasi ateneo statunitense, sono richieste molte meno credenziali (spesso quasi nessuna) rispetto a ciò che è preteso dal ragazzo bianco; ed un’aspirante professoressa universitaria avrà la strada spianata rispetto a chi ha una produzione di melanina molto più bassa della sua e genitali maschili.
Annichilire razzismo e sessismo su base razziale e sessista è la soluzione proposta dall’America woke!
Alla Columbia University si celebrano cerimonie di laurea su base razziale, sessuale ed economica: per gli asiatici, per i neri, per i nativi, per gli studenti LGBTQ, per i poveri (!!!) cioè per i cosiddetti redditi bassi; la metà dei college americani ha spazi separati per etnia; tutti i professori hanno un codice linguistico cui attenersi.
Il muro woke
I bianchi ai quali non difetta né intelligenza né intraprendenza sanno che il muro woke, al momento, non si può abbattere ed un muro che non si può abbattere si può solo aggirare.
Se non c’è posto per un privilegiato maschio bianco, quindi razzista (e schiavista!) per natura, per definizione, per genetica, negli atenei statunitensi – peraltro fondati dai suoi avi – il maschio bianco ha ben pensato di negare se stesso: non potendo dichiararsi nero, ha vestito i panni del Sioux: centinaia di bianchi, soprattutto uomini con alte votazioni al liceo, sono stati costretti a dichiararsi minoranza etnica, per poter veder garantito un loro diritto: entrare all’università.
Entrati hanno comunque dovuto sottostare ai diktat woke e scrivere la relazione d’ordinanza nella quale si impegnano a lottare contro il razzismo bianco del quale sono, su base genetica, portatori ed una volta ogni quindici giorni sarà loro richiesto il pentimento nel confessionale woke della “responsabilità bianca” in cui anche aver pronunciato la parola “Campo” davanti ad un nero, vale come peccato mortale, avendo potuto ricordar loro le piantagioni in cui gli avi erano costretti a lavorare.
Le materie woke
Se un gruppo di studenti neri decide di non studiare una materia considerata troppo bianca (sic) come, ad esempio, l’arte italiana, può farlo; nessuno studente bianco può decidere di non leggere un autore nero pena l’espulsione dall’ateneo e l’accusa di razzismo che, al momento, è uno stigma sociale insormontabile.
L’arte italiana e la sua storia, al centro di qualche polemica woke, ancora non si sono fatte piegare e tutti i geni della nostra penisola rimangono invariabilmente bianchi … molti osano, come Leonardo, capelli biondi ed occhi chiari, altri sfidano la negritudine con incarnati pallidissimi come Raffaello ed altri, il Perugino, fronteggiano gli atenei americani con chiome castano rossicce.
Le proteste degli studenti neri perché non entrino i nostri artisti nelle loro Università ribadiscono le differenze (intellettuali, culturali, razziali, genetiche?) che nessuna ideologia, più o meno woke, potrà mai spazzar via … a noi Leonardo, a loro le proteste contro Leonardo: unicuique suum!
di Irma Trombetta
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