Uno straniero del Bangladesh, 35 anni, ha aggredito l’altra mattina una bimba alla stazione di Bologna, cagionandole ferite un trauma cranico, con prognosi di 21 giorni. Se non fosse stato per l’intervento delle maestre – la bimba viaggiava in gita scolastica -, i danni avrebbero potuto essere anche peggiori. Inutile dire che l’aggressione è stata immotivata, frutto marcio di un raptus dell’uomo.
La notizia, però, non è questa. E non lo è neanche quella, diramata dalla Questura, che informa dell’individuazione e della cattura dell’uomo, l’altro ieri mattina. La vera notizia è che questo criminale o folle che sia, a fine maggio, sempre in stazione, dopo aver molestato dei passeggeri in transito, ha aggredito una guardia giurata, tentando anche di sfilargli la pistola, subito accorsa per allontanarlo dallo scalo. Arrestato in flagranza e giudicato per direttissima, lo straniero – come al solito – è stato liberato immediatamente dopo, col solo obbligo della “presentazione alla Polizia giudiziaria”.
Che si sia presentato o meno, in questo lasso di tempo, non è dato saperlo, quel che è certo è che è tornato in stazione ad aggredire i cittadini, addirittura i bimbi. Ora, la Polizia ha chiesto di emettere nei suoi confronti la misura della custodia cautelare in carcere.
Il tema, però, è sempre lo stesso. Perché questo signore deve – o può – rimanere in Italia? A cosa serve processarlo e condannarlo – inevitabilmente a poco -, col risultato di farlo ritrovare tra i piedi della gente e delle forze dell’ordine tra qualche mese?
Il governo sostiene che, con l’approvazione del “decreto sicurezza”, prestissimo questo problema si risolverà, diventando più facile procedere alle espulsioni, ma non è vero. Il “decreto sicurezza” non affronta affatto alla radice questa questione che, per essere concretizzata, dovrebbe vedere il Parlamento approvare una nutrita serie di modifiche ai codici penali, sottraendo quanto più possibile il potere discrezionale dei magistrati, in casi come questi.
Certamente, il provvedimento del governo è un primo passo e le polemiche del Centrosinistra sono pretestuose, ma occorre comunque fare di più, per provare a evitare che, per esempio, una bambina di 10 anni venga aggredita senza senso in stazione da un soggetto che in Italia non ha più il diritto di starci. Occorre stabilire, cioè, che lo straniero che delinque oltre una certa soglia – bassa, per di più – perde automaticamente il diritto a vivere nel nostro Paese, con una rapida espulsione verso la patria d’origine e la consapevolezza che non potrà più chiedere di rientravi, andando incontro a una pena pesantissima, qualora decidesse di tornare illegalmente.
L’Italia non è certo un “paradiso in terra”, non è sicuramente il luogo più sicuro e legale del mondo, contando, tra i mille altri problemi, ben 4 organizzazioni criminali organizzate storiche e potentissime. Appunto per questo, avendo un chiaro esubero di criminali, delinquenti e banditi nostrani, non si vede ragione per continuare a importarne altri da ogni parte del pianeta.
Questo chiede la gente, circa i delinquenti immigrati, prima ancora che condanne esemplari e pene certe: che siano effettivamente rispediti a casa loro. Questo e non un atomo di meno ci si aspetta dal governo di Giorgia Meloni. E, finché non acccdrà, tutto il resto sarà chiacchiera.