Il “furor edificandi” di Matteo Lepore non si ferma davanti a niente, nemmeno ai morti. E se il sindaco non ha proprio proprio il coraggio di passare sopra ai cadaveri, sicuramente ha quello di affacciarvisi proprio davanti.
Da molti anni, è stato chiuso il Vivaio Gabrielli, azienda inserita in un’area dominata che è separata dall’ingresso monumentale della Certosa da una strada non più larga di 5-6 metri. Si tratta di un’attività bene nota ai bolognesi e le cui strutture – sostanzialmente capannoni abbandonati – distano dal perimetro del cimitero non più di 100 metri. Come è facile capire, si tratta del luogo dove la maggior parte dei bolognesi aveva l’abitudine di acquistare i fiori per onorare le tombe dei loro cari.
Con uno schema ben collaudato, almeno a Bologna, dopo la dismissione delle attività imprenditoriali, l’area è stata abbandonata a se stessa, degradando inevitabilmente. Poi, affinché lo sfacelo non passasse inosservato, i soliti “centri sociali” hanno temporaneamente occupato abusivamente l’area, creando una situazione di inquietudine e di intollerabilità a un tiro di schioppo dalle migliaia e migliaia di tombe del cimitero storico della città.
Quindi, come non pensare a una “riqualificazione”, dando la possibilità di sostituire tutti gli edifici e le strutture esistenti con una bella palazzina di “soli” cinque piani, per complessivi trenta appartamenti?
Sia chiaro: non si tratta affatto di una speculazione edilizia, ma, appunto, di un “recupero”, anzi, addirittura, del “risanamento” – come si evince dalla variante del Poc adottata dalla giunta comunale – di un’area caratterizzata dall’esistenza di “attrezzature e industrie insalubri”.
Ora, che un vivaio possa costituire una ex-industria “insalubre” suona, a dir poco, bizzarro; ma che questa definizione diventi anche il pretesto per l’edificazione di un condominio, di proprietà privata, in spregio al “vincolo di rispetto cimiteriale” previsto dalle normative edilizie appare proprio grottesco. Per altro, riconoscendo alla proprietà dell’area – che trarrebbe un enorme vantaggio economico nella costruzione della palazzina – diritti di “perequazione” che appaiono, quanto meno, spropositati.
Infatti, 30 appartamenti, euro più euro meno, valgono almeno 7-8 milioni, cioè, una cifra astronomica per chi, in costanza del vincolo, non potrebbe costruire lì nulla di nulla.
Un’operazione, in altre parole, molto simile a quella che si sta sviluppando nell’area dell’ex-Cierrebì, il centro sportivo dismesso che sta per essere trasformato, sempre in spregio al vincolo cimiteriale, in un’area “wellness” di lusso, da una multinazionale spagnola, Talmente simile che, prima ancora di qualsiasi forza politica, si è mossa l’associazione ViviAmo Bologna che – sotto la spinta del suo agguerrito presidente, Vincenzo Donati -, proprio oggi, ha indirizzato al sindaco una diffida a concedere all’impresa proprietaria dell’area i permessi per realizzare il progetto speculativo.
Insomma, un altro braccio di ferro tra amministrazione e cittadini, in cui sono i secondi – il che appare anche un po’ assurdo – a battersi per il rispetto delle regole edilizie che lo Stato, la Regione e lo stesso Comune impone a tutti gli altri privati. Palazzo d’Accursio, però, come ebbe a dire, a proposito proprio dell’ex-Cierrebì, Anna Maria Cesari, vicepresidente di Comicolli, sembra ormai ispirarsi al Marchese del Grillo, nel rapporto coi cittadini, ai quali ricorda sempre più spesso – rispetto alla giunta che è la giunta – di “non essere un cazzo!” Tanto è vero che, dopo aver approvato piano e regolamento edilizi apparentemente ferrei e stringenti – a leggerli, a Bologna, sembrerebbe quasi impossibile anche riparare una finestra -, a suon di deroghe, l’amministrazione pubblica permette interventi su interventi proprio nelle aeree che dovrebbero essere più tutelate, dalla collina ai cimiteri.
Una vecchia regola non solo economica per scoperchiare gli altarini economici non sempre regolari degli enti pubblici e privati recita: segui l’iter lasciato dalle tracce del danaro entrato a chi ed uscito da dove e da chi e di quale entità è lo stesso ed a chi ha giovato .
Abbiano lanciato un sasso, so che qualcuno ha raccolto l’invito a trovare le risposte che a noi non è possibile cercare. Vi informeremo
Le solite porcate del PD
….non riusciamo a fare nulla contro questi abusatori abituali?
Un progetto ce l’abbiamo e, presto, lo condivideremo con tutti