Un esercente di via Lame ha ricordi ben precisi: Inps e Frau, l’azienda che aveva in affitto i locali al civico 73/P, non trovarono l’accordo per una differenza di 100 euro mensili. Correva l’anno 2000 e il risultato è che quegli stessi locali, da allora, sono vuoti!
Il vicino non conosce l’entità complessiva del vecchio contratto, ma, per non concedere uno sconto di 1200 euro all’anno, l’istituto che eroga con sempre più fatica le pensioni nel nostro Paese, ha perso fino a oggi 300 mensilità di pigione per un immobile di centinaia e centinaia di mq, ubicato in centro, ma a due passi da porta Lame e, cosa ancor più incredibile, in una porzione del cuore della città che non è limitata nell’accesso dalla Ztl.
Sembra incredibile, ma girando per Bologna, prestando attenzione alle vetrine chiuse e alle parole dei residenti, si scopre come ogni ente pubblico sia intestatario di beni preziosi, quando di non veri e propri gioielli immobiliari, i quali, quando non sono abbandonati all’incuria, comunque non vengono valorizzati e men che meno messi a reddito.
Non solo le vecchie “opere pie”, oggi pomposamente definite Asp; non solo il Comune o l’Università; ma anche gli enti previdenziali insisterebbero nel mal gestire ciò che dovrebbe assicurare ritorni economici in grado di sostenerne le attività di scopo.
Per altro, in quell’isolato di via Lame, non c’è solo il vecchio show-room della Frau, a essere vuoto e improduttivo. Andando verso la porta, dopo un piccolo negozio di moda, un altro ampio locale, forse un po’ più piccolo, ma di dimensioni comunque notevoli, il 73/R, sempre di proprietà dell’Inps, risulta sfitto da oltre 10 anni. Ed è difficile credere che questi due negozi siano i soli esempi di cattiva amministrazione di un patrimonio che dovrebbe concorrere a sostenere le persone che hanno lavorato tutta una vita e le quali, coi loro contributi versati, hanno consentito l’acquisto di beni che, adesso, servono solo a far da rifugio ai topi.
In una città dove si lamentano mancanza di case per i lavoratori e in un Paese dove si tagliano le pensioni a ogni pie’ sospinto – vuoi riducendo gli assegni per chi è già in quiescenza vuoi allungando i termini per andarci – è scandaloso scoprire ogni giorno che proprio la pubblica amministrazione è titolare di appartamenti, edifici, negozi, uffici e quant’altro potrebbe contribuire a risolvere questi problemi.
Non solo. Proprio a Bologna, da qualche anno a questa parte, la giunta comunale attacca sempre più di sovente i proprietari privati di immobili, rei, secondo la pubblica amministrazione, di pensare solo al profitto, di non aver attenzione ai problemi sociali legati all’abitare o alla conduzione di attività economiche; ecco, sarebbe il caso che gli enti dello Stato, nazionale e locale, s’impegnassero maggiormente e primariamente a gestire correttamente e intelligentemente ciò che possiedono, piuttosto che perdere tempo e risorse nel sindacare gli interessi altrui.