I ricercatori cinesi hanno appena annunciato di aver messo a punto un androide che si occuperà di far nascere i bambini.
Questa nuova tecnologia è stata presentata ai media cinesi dal dottor Qifeng Zhang, alla Nanyang Technological University di Singapore, e fondatore della società Kaiwa Technology, con sede nella città di Guangzhou.
L’azienda protagonista di questa rivoluzione ha annunciato di essere a uno stadio avanzato nello sviluppo di questo particolare robot.
Il funzionamento
Sin tratta alla fine di un macchinario che riprodurrà le condizioni del grembo materno, con un utero virtuale di riempito liquido amniotico artificiale garantendo al feto i nutrienti necessari alla crescita tramite un tubo collegato all’addome, che fungerà da cordone ombelicale. in pratica un utero artificiale che si occuperebbe della gestazione del nuovo nascituro dall’inizio alla fine del processo, che porterebbe a termine in circa dieci mesi.
La tecnologia dell’utero artificiale è già in una fase molto avanzata e ora deve essere impiantata nell’addome di un robot in modo che umani e macchine possano interagire per ottenere una gravidanza, gestita in modo consensuale.
Il passo successivo sarà poi quello dell’impiantare l’utero artificiale all’interno di un robot umanoide, che replichi i tratti umani, così da facilitare sia l’interazione tra esseri umani e la macchina che la crescita di un feto in un ambiente artificiale che replichi in tutto e per tutto quello naturale.
Costo e commercializzazione
Un primo prototipo potrebbe essere già messo sul mercato il prossimo anno, con costi molto bassi; infatti, si parla per la maternità surrogata affidata ai robot, di circa 100.000 yuan, poco meno di 12.000 euro.
Una cifra di gran lunga più contenuta rispetto alla abominevole pratica, della maternità surrogata umana, che negli Stati Uniti può arrivare fino a 200.000 dollari poco più di 170 euro.
Fortunatamente la maternità surrogata nel nostro paese è vietata dall’articolo 12, comma 6, della Legge 40/2004 anche se alcuni italiani scelgono di intraprendere questo percorso all’estero, ove la pratica è consentita.
Restiamo Umani
Lasciando perdere i discorsi di carattere etico e morale, che lasciamo ad altri più preparati di noi; questo utilizzo improprio della tecnologia rischia di snaturare il nostro essere umani.
Per prima cosa aumenterebbe la disparità tra le classi sociali, con i ricchi che potranno permettersi di avere un parto assistito, perfetto, asettico e curato, le donne più abbienti potrebbero attuare questa scellerata scelta per non incorrere nei rischi del parto, per non ingrassare, per mantenere la cura il proprio corpo e risparmiare sul tempo dedicato gestazione naturale per dedicarlo ad altri scopi come ad esempio il lavoro, mentre i poveri si accollerebbero tutti i naturali rischi che una gestazione comporta.
Poi, la considerazione molto più rilevante è che la donna non è solamente un contenitore di liquido amniotico, nei mesi di gestazione tra mamma e feto oltre allo scambio continuo liquidi biologici vi è uno scambio anche emozioni, il bimbo all’interno della madre cresce sentendo il battito del cuore della madre, la sua voce, imparando così ad interagire con la propria madre già nei primi giorni di sviluppo.
Quindi un bimbo che nasce da una macchina può ancora considerarsi un essere umano?
In un prossimo futuro ci saranno colonie di allevamenti Intensivi umani, per scopi al momento ancora a noi sconosciuti?
Paolo Ornaghi
Il 2diPicche lo puoi raggiungere
Attraverso la Community WhatsApp per commentare le notizie del giorno:
Unendoti al canale WhatsApp per non perdere neanche un articolo:
Preferisci Telegram? Nessun problema: