Habemus Papam; è l’annuncio cerimoniale che il cardinale protodiacono, ovvero il primo dei cardinali dell’ordine dei diaconi, dà al popolo quando, viene eletto il nuovo pontefice ed esso accetta l’elezione.
Il nuovo pontefice è Robert Francis Prevost, Leone XIV. Missionario di lunga data nell’America del Sud. Come primissima impressione il nome Leone potrebbe essere legato ad un’attenzione per il lavoro (considerato Leone XII con la famosa enciclica Rerum Novarum).
Le prime parole del Santo Padre alle migliaia di persone raccolte in Piazza San Pietro a Roma sono state: La pace sia con tutti voi
Ma tranquilli, anche in questo conclave appena concluso, tra la scelta di modernisti o tradizionalisti, purtroppo per la chiesa preconciliare, il ritorno alle origini è e rimarrà solo un miraggio.
Oramai le idee del concilio Vaticano II sono permeate nella Chiesa corrente e un ritorno al passato è praticamente impossibile.
L’inutile contrapposizione tra un papa conservatore o un papa progressista non sposta di molto gli equilibri.
Negli ultimi 60 anni stiamo assistendo alla mitizzazione della figura del papa, il vescovo di Roma visto come una pop star, un influencer e non un servitore della romana chiesa, dove fa più clamore e porta più like (consensi per boomer o generazione X), il come si atteggia, gli slogan che lancia o la strizzatina ammiccante verso il leader mondiale del momento o a quella corrente politica (solitamente quella che in quel istante di tempo detiene il maggior consenso del volgo ammaestrato), solo per far sì che la chiesa venga, per così dire, accettata, accolta, gradita, dalla società mutata, in peggio.
Stiamo assistendo all’appiattimento della fede cattolica ed alla sua servile svendita; al suo camaleontico mutare verso quello che la società contemporanea vuole o ritiene opportuno, una Chiesa che non ha più al suo centro il messaggio di Cristo ma solamente compiacere ai più e cercare affannosamente di mantenere un certo consenso nella collettività, cosa che purtroppo avverrà, anche, con questo nuovo successore di Pietro, che dovrà lavorare sodo per reggere una chiesa in piena crisi economica, vocazionale e con sempre meno fedeli a seguirla.