Donald Trump ha un piano: “Palestinesi via per sempre da Gaza!”.
Oltre ottant’anni fa, qualcuno ebbe un piano: “Fuori gli ebrei dalla Germania!”
Sulla base di questi fatti, poiché di fatti si tratta, come si pone la questione?
La proposta USA riguardo la Palestina è una contraddizione in termini che, a onor del vero, non ci saremmo aspettati dal ex novo Presidente americano. Se una frase simile fosse uscita dalla bocca di Vladimir Putin, “Fuori gli ucraini dall’Ucraina”, possiamo solo immaginare il tenore della reazione mondiale.
Bibi al settimo cielo
Vero è che la risposta globale all’uscita con il botto di Trump non si è fatta attendere e non è stata certo di plauso o ovazione, se non da parte israeliana. Per tutti vale l’assunto che fuori i palestinesi da Gaza equivalga a gettare benzina sul fuoco e che questo piano sia una forzatura inaccettabile per la famosa questione dell’autodeterminazione dei popoli, cosa che noi italiani conosciamo fin troppo bene.
Del resto gli americani hanno un concetto tutto proprio di autodeterminazione e lo hanno dimostrato sia a Versailles alla fine della WWI, privandoci di ciò che doveva essere nostro, sia nel Donbass prima dell’inizio dell’Operazione militare speciale.
La grande esportatrice di democrazia, però, sta incassando solo dissenso, sempre che tale dissenso da parte delle colonie possa essere preso in considerazione o meno.
Arabia Saudita, Cina, Turchia, Francia, Germania, Spagna, persino Italia e Inghilterra sono quantomeno perplesse e contrarie al piano. L’Onu ribadisce il diritto di autodeterminazione e ricorda chi trasferimenti forzati sono vietati. Allora cosa diavolo si è atteso prima di mettere mano seriamente a ciò che è accaduto e sta accadendo nella striscia di sangue?
Due popoli, due stati. Lo dice Putin
La Russia si è espressa senza mezzi termini: “Due popoli, due stati”, cosa che avrebbe dovuto già esistere se qualcuno non avesse fatto saltare in aria gli accordi in corso tra Rabin e Arafat. Uno Stato palestinese sovrano confinante con Israele, in una situazione di pace, di sicurezza, di scambio è la sola via praticabile per pacificare il Medio Oriente, sempre che questo sia l’obbiettivo finale che si vuole raggiungere.
Israele, dal canto suo, non ci sta: non solo vorrebbe i Palestinesi fuori da Gaza, ma li vorrebbe anche lontano e in Paesi non confinanti.
E poi? Non basta il piano USA, secondo Israele andrebbe ulteriormente stretto il “cappio” al collo di ogni palestinese: fuori dalla propria e terra e lontano, molto lontano. Sempre oltre ottant’anni fa qualcuno propose che tutti gli ebrei fossero isolati in Madagascar…
Sulla base di questi fatti, poiché di fatti si tratta, come si pone la questione? Aspettiamo l’evoluzione della questione: il fronte del no alla deportazione rimarrà compatto?
Trump sarà costretto a fare un passo indietro? Israele accetterà quanto gli americani proporranno? E i palestinesi avranno giustizia?
Una giusta pacificazione deve passare da una mediazione che restituisca e ristabilisca i diritti su quelle terre irredente, benché noi italiani sappiamo fin troppo bene quale sia il significato di entrambe.
Per ma fa bene Tramp, dopo tutto ciò che è accaduto