Trump 1 – progressismo 0.
Questa volta la Corte Suprema degli Stati Uniti, già al centro di numerose polemiche (parallele a quelle delle cassazioni europee) in fatto dei cosiddetti “diritti”, non si china alla dittatura progressista e segue la linea della Casa Bianca in fatto di immigrazione.
Pur con tutte le sue contraddizioni, l’amministrazione Trump sta dimostrando (almeno apparentemente) di mettere gli americani al centro, fregandosene di chi vuole restare umano a spese di altri.
L’immigrazione illegale verso gli Stati Uniti infatti è sovente regolata dai vari cartelli della droga o da altre organizzazioni criminali che, speculando sulla povera gente, promettono il sogno americano offrendo in realtà una vita fatta di nuovi tipi di schiavitù.
Il sogno americano è terminato da un pezzo, gli stati Uniti, così come l’europa, sono quasi saturi ed è impensabile di continuare ad accogliere senza generare conflitti sociali o scontri etnici. Cosa diranno ora i lacchè nostrani, che fino all’altro ieri consideravano le decisioni della Corte Suprema statunitense come conquiste per l’umanità intera?
Ricordiamo il riconoscimento delle coppie dello stesso stesso, che portò il mondo ad adottare il filtro arcobaleno sui social, o le varie legalizzazioni delle droghe. Adesso Washington non è più faro della civiltà per questa gente, il livello di prostituzione dell’Europa è miracolosamente sceso e ci voleva “il mostro” per farle prendere coscienza di sé, anche se è ancora una coscienza lungi dal rappresentare l’Europa vera.
Fatto sta che ora dai vituperati Stati Uniti arriva un esempio e un segnale, che tutti dovranno seguire per sopravvivere.
Lorenzo gentile
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