Uno strano filo ideologico e permeato di ipocrisia lega una serie di vicende sulle quali è necessario riflettere.
Premetto che c’è chi si chiede se Israele (l’allievo) stia superando la Germania nazionalsocialista (il maestro) nella pervicacia con la quale sta epurando in maniera sistematica una popolazione ridotta a vivere nel terrore, nella fame e nei lutti quotidiani.
Ora si pone una domanda: perché, solo a pochi mesi dal terzo anniversario della strage del 7 ottobre, in Italia, ma anche in Europa, si è scatenata questa propaganda e attività fanatica pro-Palestina?
Le risposte possono essere diverse, ma una mi pare più evidente di altre, anche se negata spudoratamente da una certa parte politica. La fusione marxista con l’islam radicale è ormai sotto gli occhi di tutti, tranne di chi non vuol vedere.
Blocchiamo il paese
Dagli appelli di Landini alla rivolta sociale, dal “blocchiamo il paese” invocato dai lavoratori iscritti all’USB, al coinvolgimento dei centri sociali e dei movimenti anarchici, sempre pronti allo scontro, il filo logico porta alla sapiente e occulta regia di gruppi islamici fondamentalisti.
Questa fusione pericolosa ha già dato i primi frutti malati: manifestazioni pro-Palestina sempre più violente, con disagi al trasporto, scuole occupate e attacchi alle istituzioni con decine di agenti feriti. Con la scusa di Gaza, della quale a questi soggetti credo non importi nulla, si sta cercando di riportare il paese agli anni di piombo del terrorismo rosso. Anni che si pensava di essersi lasciati alle spalle e che invece, prepotentemente, stanno riaffiorando in salsa minatoria e violenta.
Perché solo ora tutto questo caos? Fino a pochi mesi fa i palestinesi non morivano? Il direttore Cerno, del quotidiano Tempo, ha gettato ombre sinistre su finanziamenti di Hannoun, propaggine di Hamas in Italia che, con le sue associazioni, si ritiene facesse finte operazioni caritatevoli per finanziare invece l’ala militare di Hamas e le varie iniziative anti-Israele e con il quale qualche parlamentare dell’opposizione pare vada a braccetto.
Le donazioni di uomini legati ad Hamas pare abbiano dato il via all’organizzazione della “Global Sumud Flotilla” che sta palesemente cercando lo scontro con le istituzioni israeliane. Questa spedizione rimane sorda a ogni invito alla prudenza e a consegnare gli aiuti attraverso i corridoi umanitari. È ormai acclarato che molti membri della flotilla sono estremisti di sinistra, scortati pure da parlamentari della Repubblica e, cosa ancora più grave, da esponenti del mondo arabo vicini ad Hamas.
Se ci scappa il morto
Non è una missione umanitaria, ma politica, con l’obiettivo di far scoppiare l’incidente diplomatico e magari farci scappare di mezzo qualche morto in modo da fomentare ancora di più le piazze. Se ne infischiano degli inviti di Mattarella e delle istituzioni perché cercano pervicacemente lo scontro e i martiri da immolare sull’altare del fanatismo. Sono talmente pervasi dall’odio che persino giornalisti “amici” sono stati epurati dalla missione.
I flotillanti fanno parte del circo mediatico progressista e sperano nell’incidente per mostrare al mondo la brutalità israeliana. È un po’ quello che succede nelle piazze, quando cercano lo scontro con le forze dell’ordine per farle passare come brutali e fasciste.
La flotilla crede di essere l'”Armada Invencible” spagnola ma credo che seguirà lo stesso destino dei galeoni. Il massimo del minimo lo si è raggiunto durante la campagna elettorale delle Marche dove l’aspirante governatore Ricci asseriva che le elezioni erano per le Marche e per Gaza (?) per raccattare voti e alla fine ha fatto la figura del “gazzone”.
Recita un proverbio: “È meglio pensar prima che pentirsi poi”. Facciano attenzione i flotillanti, perché i loro dirimpettai non possono permettersi di scherzare.
Maurice Garin
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