Al Parco agricolo sud di Milano, tra Basmetto e Gratosoglio, da qualche tempo si stanno mettendo le basi per l’avvio alla costituzione di una cooperativa di abitanti con i residenti al Villaggio delle rose. Ovvero la trasformazione del campo rom, abusivo da almeno una ventina d’anni, in una cooperativa edilizia di abitanti a proprietà indivisa.
Per proprietà indivisa si intende, in termini giuridici, un bene la cui titolarità spetta a due o più persone.
Ciascuna di queste però non ha la proprietà su una parte specifica del bene, ma solo una quota sull’interezza del bene stesso.
Al progetto lavora la comunità rom, con i loro portavoce e referenti e gli architetti Giovanni La Varra dello studio di architettura Barreca &La Varra (progettisti insieme a Stefano Boeri del Bosco verticale) e, a titolo personale, l’architetto Gabriele Rabaiotti, ex assessore del Comune di Milano.
Il Comune dovrebbe esprimersi su questa possibilità entro settembre, ma le difficoltà paiono insormontabili, visto anche le inchieste che hanno coinvolto il sindaco e la giunta su presunti illeciti sulla “cementificazione indiscriminata” del capoluogo meneghino.
Ricordiamo che Milano è al primo posto come città rom-friendly, visto tutte le attenzioni date in passato a queste persone.
Infatti, non più tardi di una manciata di mesi fa il comune ha stanziato più di centomila euro (114mila per esser precisi), tra opere impiantistiche edili e per i piani di messa in sicurezza per far fronte al furto di energia elettrica perpetrata dai residenti “abusivi” del Villaggio.
L’abusivismo elettrico, però, non è l’unico problema del campo che presenta più di una decina di immobili che risulterebbero “fuorilegge”.
Come detto il comune dovrà esprimersi dopo l’estate dando il terreno ove sorge il villaggio, di proprietà del comune in concessione a titolo gratuito, e per far ciò devono essere superate tutte le irregolarità e pendenze, sia amministrative che giudiziarie, che gravano su molti degli abitanti.
Ovvero bollette e affitti non pagati, allacci fuorilegge alla rete elettrica, abbandono di rifiuti, e costruzione di immobili abusivi.
Fortunatamente per tali mancanze una sanatoria in tal senso appare un’ipotesi remota, per buona pace della gente che vive e lavora onestamente .
Paolo Ornaghi
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