Martedì la Corte Suprema degli Stati Uniti ha sospeso un’ordinanza emessa da un giudice di San Francisco che avrebbe imposto al Governo federale di riassumere oltre 16.000 lavoratori licenziati in sei agenzie federali dall’inizio di quest’anno. Un gruppo di organizzazioni no-profit aveva sostenuto che i licenziamenti da parte dell’Office of Personal Management violavano diverse disposizioni della legge federale.
Nel tentativo di smantellare il potere degli apparati federali, l’Amministrazione Trump ha preso di mira i lavoratori in prova, perché hanno minori tutele e possono essere licenziati più facilmente. Con questa sentenza, la Corte Suprema, a maggioranza conservatrice, sembra supportare i suoi sforzi in questa direzione.
La CNN racconta che in una breve ordinanza di due paragrafi, il tribunale ha affermato che i sindacati che hanno intentato la causa non avevano titolo per agire in giudizio. La decisione non ha affrontato il merito delle argomentazioni e non è definitiva sulla possibilità per i dipendenti di mantenere il loro posto di lavoro, ma nel frattempo avrà un impatto significativo sia sui lavoratori che sulle agenzie.
Diatriba giuridica
Due giudici progressisti – Sonia Sotomayor e Ketanji Brown Jackson – hanno pubblicamente espresso il loro dissenso. Jackson ha offerto una breve spiegazione, mettendo in dubbio la necessità che l’Alta Corte entrasse nel caso con urgenza.
Le implicazioni complete della sentenza non sono chiare, dato che all’inizio di questo mese un giudice federale del Maryland ha emesso un’ingiunzione preliminare che ha reintegrato alcuni dipendenti non coperti dal caso dinanzi alla Corte Suprema.
Steve Vladeck, analista della Corte Suprema della CNN e professore presso il Georgetown University Law Center, ha affermato che la decisione è stata relativamente limitata.
“Tutto ciò che la corte ha affermato qui è che le organizzazioni no-profit che hanno ottenuto un’ingiunzione a San Francisco non erano le parti giuste per contestare i licenziamenti di massa”, ha affermato. “È un’altra vittoria per Trump, ma ancora una volta solo per quanto riguarda chi può e chi non può fare causa, e in quali tribunali. Altre contestazioni ai licenziamenti di massa hanno già portato a sentenze contro il governo in altri casi, e queste rimangono in vigore”.
L’Alta Corte con Trump
Tuttavia, la decisione è stata una vittoria per l’amministrazione Trump, che aveva chiesto all’Alta Corte di intervenire nel caso per annullare l’ordinanza del tribunale di grado inferiore. La decisione è arrivata il giorno dopo che la Corte aveva anche consentito all’amministrazione di continuare le espulsioni ai sensi del controverso Alien Enemies Act , sebbene con l’aggiunta di alcune nuove limitazioni.
Nel tentativo di ridurre le dimensioni del governo federale, l’amministrazione Trump ha preso di mira i lavoratori in prova perché godono di minori tutele lavorative e possono essere licenziati più facilmente. Sebbene questi dipendenti generalmente non possano presentare ricorso contro il licenziamento al Merit Systems Protection Board, possono farlo se il provvedimento deriva da “ragioni politiche di parte” o “stato civile”.
Nel caso in questione, i sindacati e altri gruppi avevano contestato il ruolo dell’Office of Personal Management nei licenziamenti, che avevano interessato migliaia di dipendenti e provocato scosse in varie agenzie federali, alcune delle quali avevano poi riassunto alcuni lavoratori.
I Giudici progressisti
Il giudice distrettuale statunitense William Alsup, nominato dal presidente Bill Clinton, ha ordinato all’amministrazione di offrire “immediatamente” la restituzione del posto di lavoro a oltre 16.000 dipendenti in prova.
“Ogni agenzia aveva (e ha ancora) la discrezionalità di assumere e licenziare i propri dipendenti”, ha scritto Alsup nel suo parere. “In questo caso, le agenzie hanno ricevuto l’ordine dall’OPM di licenziare tutti i dipendenti in prova, e hanno eseguito tale direttiva. Per arginare i danni irreparabili arrecati ai ricorrenti dall’OPM, che ha illegittimamente ridotto il personale di un’altra agenzia, era necessario reintegrare immediatamente tali dipendenti”.
Ma Trump ha inquadrato il caso come l’ennesimo esempio dell’intervento della magistratura federale per gestire decisioni che, a suo dire, dovrebbero essere lasciate al potere esecutivo.
“Il rimedio straordinariamente ampio del tribunale distrettuale sta ora infliggendo un danno continuo e irreparabile al potere esecutivo, tale da giustificare l’intervento urgente di questa Corte”, ha dichiarato alla Corte Suprema Sarah Harris, all’epoca procuratore generale facente funzioni dell’amministrazione.
Questi tagli all’apparato burocratico dello Stato, richiesti con decreti esecutivi immediati dal Presidente Trump, potrebbero essere utilizzati anche in Europa?
Certamente no. Qui si tagliano i servizi, la sanità, le pensioni, il welfare state. Figurarsi cosa potrebbe dire e fare la Magistratura in casi analoghi. Chissà come reagirebbero gli apparati parassitari delle regioni rosse in Italia e come il popolo bue continuerebbe a incentivare l’antipolitica demenziale ex grillina, coi media di sinistra a gonfiare la grancassa della presunta ingiustizia sociale come arma divisiva dei lavoratori.
di Matteo Castagna
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