Presentatosi con l’outfit di un fantasmino di nero calzato e con i modi di un presentatore televisivo, Bergoglio ha spianato la strada al suo successore: dopo di lui, per apparire fenomenale, sarebbe bastato esser normale.
Così è stato per Prevost che ci ha conquistati, per il momento, con una mozzetta, una preghiera a Maria ed una benedizione Urbi et Orbi!
Il riferimento a Leone XIII che sta entusiasmando molto “tradizionalisti” a me sembra irrilevante…anche assumere il nome di un santo meraviglioso quale Francesco d’Assisi, un santo che spiegò al saladino che i cristiani ben facevano a combatterlo finché non si fosse convertito a Cristo, avrebbe potuto far sperare in un Papa che, in tema di rapporti con l’Islam, avrebbe seguito una strada dignitosa!
Che il nuovo pontefice abbia voluto chiamarsi come il Papa della Rerum Novarum denota un’attenzione particolare al volto sociale della Chiesa? Se sì, in che senso? In che modo? E’ davvero tutto da vedere.
Personalmente ho molto apprezzato il riferimento alla pace inteso in senso cristiano, il saluto di Cristo agli apostoli dopo la Resurrezione.
Pace!
Una parola abusatissima, pace, che Leone XIV ha riportato alla sua vera dimensione.
Altro termine utilizzato dal Pontefice (colui che fa da ponte tra cielo e terra) è “ponti”: che il Papa voglia crearne per avvicinare il mondo a Cristo è cosa buona e giusta; se tali ponti poggeranno sulle basi di una solidissima dottrina o fluttueranno sulle sabbie mobili del relativismo, è altra questione essenziale di cui ora nulla sappiamo e per il sano sviluppo della quale al momento non possiamo che pregare.
Il cardinale statunitense che a molti, me compresa, condizionati dallo stile dell’argentino, è sembrato, nei primi tre minuti di pontificato, un fuoriclasse della tradizione, è stato un vaccinista convinto ed è un “sinodalista” altrettanto determinato…
Uomo colto
Leggo che, fortunatamente, è un uomo colto ed un poliglotta eccezionale…ci saranno risparmiate certe bestialità dottrinali e certe volgarità che uscivano di bocca all’argentino esattamente come le parolacce a er Monnezza?
Dio voglia che non ascolteremo mai più frasi come quella detta alla madre di un disabile (“forse ci ritroveremo nell’inferno”); Dio non permetta che vengano riformulate idiozie quali “Gesù talvolta fa un po’ lo scemo”; men che meno vogliamo riascoltare le battute da osteria (“Questo è meglio dell’acqua santa”) rivolte ai seminaristi che ebbero la malaugurata idea di portargli un liquore!
Da Leone XIV ci aspettiamo che ridia voce alla sana dottrina, costi quel che costi; se dovesse riuscire solo a riconsegnare al ruolo di Pietro, lo stile e la dignità formale che gli competono, sarebbe cosa certo minore, ma di questi tempi, non inutile e nemmeno trascurabile.
Dalla forma si potrebbe iniziare a risalire la china.
Attendiamo!
di Irma Trombetta
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