Curiosa notizia, quella emersa questa mattina nella terza commissione consiliare del Comune di Bologna.
Da tempo la Lega, per voce di Matteo Di Benedetto, chiede conto di come vengano ripartiti i fondi – ingentissimi – ricavati con la “tassa di soggiorno”, quella che viene imposta ai turisti che dormono nelle strutture ricettive – dagli alberghi ai B&B – della città. Si parla, per le annualità passate, di una decina di milioni che, forse già quest’anno, potrebbe pure raddoppiare.
La giunta, però, non ha inteso, con tutti questi soldi, finanziare uno specifico progetto, oppure un progetto prioritario, utilizzando queste risorse per accontentare una miriade di realtà impegnate nei più diversi settori del sociale.
Com’è noto, il Turismo, nel Comune di Bologna, non è gestito solamente dall’assessorato di riferimento, ma anche da un consigliere comunale speciale, il quale, precisa il sito ufficiale di Palazzo d’Accursio, è titolare della “delega al turismo con il coordinamento della Destinazione Turistica Metropolitana, politiche giovanili, scambi internazionali e grandi eventi sportivi”. Questo consigliere è Mattia Santori, noto per aver creato il movimento delle “sardine”.
Curiosamente, tra i beneficiari della “tassa di soggiorno”, c’è anche una Aps – associazione di promozione sportiva – denominata “La Ricotta”, di cui il Santori non fa mistero – è sempre il sito del Comune a testimoniarlo – d’essere uno dei fondatori. Non per chissà quale cifra, ma che comunque oscilla verso i 10 mila euro. “La Ricotta”, per altro, aveva già ottenuto fondi pubblici, circa 7500 euro nel 2021, per esempio, quando strinse un “patto di collaborazione” col quartiere Porto-Saragozza.
C’è da starne certi: formalmente sarà tutto legittimo e il Santori, attualmente, non risulterà più nel direttivo dell’associazione che ha fondato. Però, si fa fatica a non rimanere perplessi, nell’apprendere che le realtà economiche e associative che hanno visto tra i loro partecipanti, creatori o frequentatori esponenti di primo piano dell’amministrazione abbiano tanta facilità nell’accedere alle risorse pubbliche, per le rispettive attività. Tanto più quando gli “ex” rivestono ruoli nei settori dell’amministrazione da cui quei soldi provengono o vengono gestiti.
La sensazione è che per il Comune di Bologna i cittadini – singolarmente presi o aggregati in qualche modo – siano quasi tutti uguali, con l’eccezione di alcuni, evidentemente più uguali degli altri.
Scusa, ma per i bastoni delle bandiere e per qualche sniffatina ci vorranno pure degli euro e se non si lavora, dove si prendono. Dal Comune di Bologna e col contribuito dei beoti che li vota.