Nel capoluogo lombardo dopo lo scandalo dei giorni scorsi, ovvero la maxi-inchiesta sull’urbanistica milanese ove da mesi la procura indagava su presunti illeciti legati alla gestione dello sviluppo del territorio urbano del capoluogo lombardo con accuse di vario genere ad architetti e dirigenti comunali di abuso edilizio, lottizzazione abusiva e falso, che han portato, nei giorni scorsi, alle dimissioni di Giancarlo Tancredi dall’incarico di assessore alla Rigenerazione urbana del Comune di Milano ed ad indagare anche direttamente sul sindaco Beppe Sala con due ipotesi di reato ovvero false dichiarazioni su qualità proprie o di altre persone e induzione indebita a dare o a promettere utilità.
Accuse che il nostro amato primo cittadino milanese ha subito respinto, decantando il suo operato svolto in questi anni a favore della città.
Non spetta a noi il giudizio finale sulla vicenda, per questo c’è la magistratura che indagherà e farà il suo corso, traendo poi le conclusioni del caso.
Certo è che Milano negli ultimi anni a tutti gli effetti grazie alla trasformazione di Sala, non è più il capoluogo dei milanesi ma si è trasformata in una città gentrificata e imborghesita.
Milano da bere
Una Milano da “bere” come recitava un famoso spot degli anni ’80, piena di locali, localini, alla “moda”, bad & breakstast, case vacanze, case ad affitti brevi dai costi esorbitanti, senza più una popolazione autoctona, ma presa d’assalto da milionari: gli unici a potersi permettere di vivere a pieno la città, nemica della mobilità privata, controllata da zone ZTL e telecamere, architettonicamente rivoltata come un calzino nel nome di una politica green senza alcun senso.
Una città degradata e insicura, in mano a bande di extracomunitari, i “maranza” giusto per stare al passo con i tempi, con i nuovi termini coniati da una certa stampa creativa, con scippi rapine e stupri, ove detiene da anni il primato.
Una Milano tanto eco-friendly, inclusiva attenta alle logiche delle minorazione LGBT e da tutte le sue derivazioni e declinazioni (l’ultima dovrebbe essere LGBTQQIA+, in attesa di una nuova è più inclusiva sigla).
Nessun sindaco in precedenza ha dato una impronta così marcata al capoluogo milanese, stravolgendo di fatto il tessuto urbanistico e sociale alterando così profondamente la città trasformandola in un perfetto modello di una città del futuro, ove il controllo delle masse e il loro indottrinamento è sistematico e totale, ove regna il potere della distrazione tanto ben rappresentata dalla locuzione del poeta latino Decimo Giunio Giovenale “Panem et Circenses”.
Paolo Ornaghi
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