A chi dice che è in atto la sostituzione etnica, il semicolto coi risvoltini, la barbetta curata, il monopattino parcheggiato e il posto di lavoro in qualche ufficio del Benelux, risponderà con fastidiosa saccenza “Se vabbeh gombloddoh”.
Eppure i numeri parlano chiaro, gli europei di stirpe fanno sempre meno figli, mentre i “nuovi europei” (che in virtù di non si sa quale valore sono considerati europei veri ed anzi più di quanto lo siano quelli di sangue) problemi non se ne fanno, facendo decadere la scusa dei problemi economici, che pur esistono e sono un fattore importante.
Inoltre tali nuovi europei sono molto legati alle loro tradizioni originarie, cosa che gli europei stanno perdendo in favore del dio consumismo e della superficialità, spacciata dagli stessi semicolti atei e cosmopoliti come “il risveglio delle coscienze”.
Monfalcone
Tutto questo si concretizza a Monfalcone, città cantieristica del goriziano, dove gli immigrati presentano il loro partito per le elezioni comunali. Come se non bastassero i tristi eventi che hanno segnato questa città nell’immediato dopoguerra, ancora una volta qualcuno vuole renderla non italiana, con l’avvallo di partiti e sindacati.
Fortunatamente, ma lo diciamo con le giuste cautele, le elezioni hanno stroncato sul nascere questo scempio, facendolo fermare a un pur preoccupante 3%, mentre il centrodestra stravince col 70%. Non che ci faccia gioire la vittoria dei conservatori liberali, molto più vicini al PD che alle realtà davvero patriottiche, tuttavia questo è il segno che i monfalconesi non aderiscono ai vari progetti di integrazione portati avanti dalle sinistre.
Quindi che non si dica che gli italiani sono accoglienti, perché è ormai diventato sinonimo di cretini, cosa che i nostri fratelli non sono.
Lorenzo Gentile
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