NON C’E’ PACE PER IL NOBEL PER LA PACE
Quest’anno il premio Nobel per la Pace è stato assegnato all’organizzazione giapponese Nihon Hidankyo con la motivazione: “per i suoi sforzi per realizzare un mondo libero dalle armi nucleari e per aver dimostrato attraverso la testimonianza dei sopravvissuti che le armi nucleari non devono mai più essere utilizzate“. Nihon Hidankyo è un’associazione di sopravvissuti alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki. Kiichi Kido, segretario generale del sodalizio, ha commentato l’importante riconoscimento con queste parole: “I sopravvissuti alle bombe atomiche hanno ottenuto l’adozione e l’entrata in vigore del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari. Penso che questo premio riconosca proprio questo impegno…Tutto è iniziato dagli atti disumani di Hiroshima e Nagasaki…“.
Gaza come Hiroshima
Mentre il direttore di Nihon Hidankyo Toshiyuki Mimaki, esposto alle radiazioni nella sua casa di Hiroshima quando aveva appena 3 anni, ha affermato: “A Gaza vediamo bambini insanguinati, è come in Giappone 80 anni fa”.
Mal gliene incolse! il nipponico sopravvissuto all’atomica ha corso nuovamente un rischio molto grosso, toccando l’argomento tabù. Guai a dire che a Gaza c’è un genocidio, un massacro, un bagno di sangue. Non si può.
Implacabile, l’ambasciatore israeliano in Giappone, Gilad Cohen, non ha lasciato passare un attimo, affrettandosi a definire il paragone tra Gaza e Hiroshima e Nagasaki “oltraggioso e privo di fondamento”, rincarando poi la dose :” Gaza è governata da Hamas, un’organizzazione terroristica senza morale responsabile di un doppio crimine di guerra: quello di prendere di mira i civili israeliani, compresi donne e bambini, mentre usa i propri cittadini come scudi umani… questi paragoni distorcono la storia e disonorano le vittime dell’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023.”
Evidentemente, per Cohen, bombardare indiscriminatamente civili palestinesi è invece una pratica morale, mentre il richiamo al 7 ottobre è l’immancabile formula che mira a chiudere qualunque discorso, come abbiamo già scritto su queste pagine.
Intimidire gli hibakusha?
Difficilmente gli hibakusha, termine che in Giappone indica i sopravvissuti alle due bombe atomiche, si lasceranno intimidire dalla trita e ritrita retorica sionista. Diverse loro associazioni, infatti, hanno coraggiosamente chiesto che Israele non fosse invitata alle celebrazioni degli anniversari delle due esplosioni, riuscendovi per quella di Nagasaki.
Non prendono lezioni da Tel Aviv, i sopravvissuti all’orrore nucleare. E’ giusto che il premio Nobel per la pace sia andato a questa associazione che è testimonianza vivente di dove possa arrivare l’olocausto atomico e che da quando è stata fondata lotta per promuovere una nuova coscienza morale nella comunità internazionale, una coscienza per cui la corsa agli armamenti nucleari sia un tabù.
Com’è lontano da questo il premio Nobel per la pace assegnato a Obama sulla fiducia! Appena eletto il presidente americano si ritrovò insignito di tanto riconoscimento, che puntualmente disonorò nel corso del suo mandato tutt’altro che pacifico.
Stavolta, a Stoccolma, hanno scelto con maggiore buon senso. E a Tel Aviv rosicano…
Raffaele Amato
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