LGBTQ+- versus Victor Orban: il match del secolo si combatte sul ring di Budapest.
Al terzo round – durata 10 anni – il Presidente magiaro vuole mettere al bando le manifestazioni folkloristiche arcobaleno, poiché dannose per i bambini.
Colpo da KO alla lobby LGBT
Un disegno di legge ad hoc, potrebbe rappresentare – se approvato – un colpo da Knock out per il movimento gay/lesbo/trans e chi più ne ha più ne metta.
La marcia del Pride “non s’ha da fare” per dirla a mo’ dei Bravi di Manzoni. In Ungheria esiste una sacrosanta legge sulla protezione dei bimbi e qualsiasi azione o messa in scena che possa trasgredirla è considerata una violazione inaccettabile.
Un tema di decoro e buon gusto
A nostro modo di vedere le cose, se per difendere i bimbi, bisogna diventare Bravi, allora sia. Se il disegno di legge andrà a segno, come un fulmineo uppercut, ben fatto! La questione non è essere omofobi o discriminatori nei confronti di coloro che hanno tendenze sessuali diverse, bensì verte sul fatto che non si può e non si deve spettacolarizzare fino all’eccesso e oltre il proprio gusto sessuale fino ad imporlo agli altri, ai minori soprattutto.
Il movimento arcobaleno ha preso di mira i bambini sin dai suoi esordi, è un dato di fatto, monopolizzando giocattoli, cartoni animati, film, libri, fino all’introduzione della teoria gender nell’insegnamento scolastico e chi più ne ha più ne metta.
Tenere lontani i bambini da queste deviazioni
I piccoli vanno difesi a qualunque costo da qualsiasi tentativo di attacco, da qualsiasi aberrazione o meno che possa ledere o violare la loro innocenza e incolumità e se qualcuno incrocia i guantoni per difenderli così sia.
Il match è iniziato, confidiamo nel colpo da Knock out definitivo sul ring magiaro e in una sua estensione a tutta l’Europa. I bambini vanno difesi sempre e comunque, costi quello che costi.
Un’interruzione o la resa su questo fronte per “no contest” non è nemmeno ipotizzabile.
Cristian Borghetti
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