Capita nella Chiesa di Roma, tra i suoi più convinti avanguardisti, un fatto particolarmente curioso di cui non mi capacito: se si tratta di confermare posizioni che si ritengono retrograde, le pratiche del passato vengono condannate; se, invece, alcune antiche pratiche piacciono, il passato diventa misura ed orientamento certo.
In particolare, sulla questione della Comunione in mano, gli avanguardisti, nel tentativo (per ora riuscito) di diffonderla, guardano con entusiasmo a ciò che fu: è vero che nei primissimi secoli veniva consentito ai fedeli di toccare con le mani la sacra particola.
Dato che così era, insistono certi cattolici, così dovrà essere…dimenticando una questione sostanziale: ciò che è stato fu cambiato e fu cambiato perché apparve quasi subito pericoloso, inadatto se non blasfemo.
Le profanazioni erano enormemente facilitate così come il rischio di minare la fede nella presenza reale.
Si corse ai ripari e la Chiesa decise per la Comunione in bocca.
Modernisti
Rimane un mistero il motivo per cui quando si tratta di rispetto dei simboli religiosi, idolatrici, di altre fedi, questa passione per il passato, immediatamente svanisce…si dovrebbe condannare l’idolatria in ogni sua forma visto che, nei secoli passati, sono stati in migliaia coloro che hanno dato la vita rifiutando di accettarla.
Il passato perde il suo fascino pure per ciò che concerne l’ebraismo di cui, nei secoli che furono, santi e Papi dissero, a chiare lettere, tutta la verità con un linguaggio che definire duro è un eufemismo.
Termino col dire che se il passato deve essere la misura per valutare, cambiandolo, il presente, se il passato è il termine di riferimento, molto mi piacerebbe che venisse presa in considerazione la posizione della Chiesa dei secoli scorsi, in tema di eresia!
Oggi si sta incappando in un duplice, gravissimo errore: voler cambiare ciò che non può esserlo e voler restaurare ciò che non lo merita.
Passatisti solo quando piace…modernisti sempre!
di Irma Trombetta
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