Milano attrae e richiama palazzinari da tutto il globo, in un vero e proprio business, dove tutti attingono si abbeverano e mangiano ingordamente, difficile credere che il primo cittadino del capoluogo lombardo sia del tutto ignaro di quel passava sotto il suo naso, magari è proprio un idealista sprovveduto e neanche molto ferrato un po’ bamba (diminutio di rebamba, rimbabit imbesüii), ovvero uno stupidotto che vive nel suo mondo, o è un “furbetto” a cui piace il denaro ed il potere, ed anche poter sguazzare nei salotti buoni della città dei ricchi e potenti radical chic milanesi.
Dopo anni di indagini ecco le parole della Procura di Milano, in una memoria depositata per l’udienza della scorsa settimana, davanti alla gup Alessandra Di Fazio che torna sulle presunte e metodiche irregolarità nella gestione urbanistica della città, individuate grazie alle dozzine di indagini negli ultimi anni, e che han portato, anche, al blocco di più di 200 cantieri aperti
“Un sistema di speculazione edilizia sorretto, fino a quando non sono intervenute le indagini di questa Procura, dalla lettura manipolata delle regole, dai “conflitti di interessi” e dai “falsi nella rappresentazione delle norme e della realtà”. Un sistema che parte dagli uffici del Comune e che altera radicalmente a suo uso e consumo i principi fondamentali della materia stravolgendo leggi e regole”.
Il 23 luglio
Giudice dell’Udienza Preliminare che il prossimo 23 luglio dovrà stabilire se inviare ad udienza sei imputati, tra cui tre dirigenti ed ex del Comune, in uno dei tanti filoni, relativi allo scandalo dei cantieri a Milano, imputati appunto rei di presunti abusi edilizi, lottizzazione abusiva e falsi sul progetto delle Park Towers di via Crescenzago (che, come detto, è solo un filone della maxinchiesta su abusi edilizi nel capoluogo lombardo).
Appunto come detto riesce difficile pensare che il nostro sindaco di tutto il marcio che ha coinvolto il piano di ricostruzione e di restiling della città, non ne sia per nulla a conoscenza.
Adesso si capisce la sua voglia di aprire ad un terzo mandato alla guida di Milano, si vede che in questi anni si è bel abituato a stare sul palcoscenico con le luci della ribalta puntate addosso pronto ad esaltarne pregi e competenze che sinceramente in lui non vediamo assolutamente.
Paolo Ornaghi
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