«Assumi i migliori e lasciali fare quello che sanno. Altrimenti, assumi i più economici e fagli fare quello che dici.»
La frase di Buffett è una scudisciata a chi predica empowerment ma governa col sospetto.
E mentre fioriscono codici etici e piani industriali, i numeri reali del lavoro ci urlano che non basta.
Parola di Warren Buffett, uno degli imprenditori e investitori più influenti al mondo, noto per la sua guida ultra-decennale di Berkshire Hathaway e per uno stile manageriale improntato a fiducia e lungo termine.
Ma in questa frase non c’è solo un consiglio gestionale: c’è una verità spietata su come le aziende scelgono di funzionare.
Dietro ogni organizzazione c’è una decisione non detta: creare un contesto che valorizza la competenza e l’autonomia, oppure costruire una macchina che premia l’obbedienza e punisce il pensiero critico.
Le aziende che funzionano davvero – e non solo nei grafici trimestrali – hanno una costante: si fidano delle persone giuste e della loro individualità.
Fidarsi, però, non è mollare la presa. È costruire spazi dove chi lavora ha strumenti, margini e voce. Dove un operaio esperto può fermare una linea senza paura di finire sotto audit. Dove un’impiegata può segnalare un errore senza temere ritorsioni. Dove un responsabile può dire no a una scadenza folle senza passare per sabotatore. Dove un CEO ascolta chi lo contraddice, invece di promuovere chi annuisce.
Ma in Italia il contrario è spesso la regola.
Secondo Inail, nel 2024 sono stati denunciati oltre 700.000 infortuni sul lavoro e quasi 1.200 morti bianche. Non solo numeri, ma storie concrete di fiducia tradita, formazione improvvisata, pressioni, silenzi.
Tutto questo non accade per caso: è figlio di una cultura che non ascolta chi lavora, ma gli chiede solo di eseguire.
E attenzione: non basta sventolare codici etici, piani industriali, policy HR se poi la pratica quotidiana è piena di micro-abusi, processi inumani, pressioni invisibili.
Il punto non è se sulla carta le aziende siano moderne, ma se lo siano davvero nei comportamenti.
E la verità è che ancora troppe imprese credono che comandare sia più efficace che coinvolgere.
Il lavoro non è mai solo esecuzione. È decisione, attenzione, rischio condiviso.
Le imprese che vogliono durare sono quelle che danno fiducia, non quelle che controllano ogni respiro.
Quelle che integrano l’intelligenza artificiale con quella umana, senza temere il confronto.
Quelle dove chi lavora non ha paura di pensare.
Chi guida senza fidarsi, ha già scelto il fallimento. Solo che ancora non lo sa.
Andamento infortuni sul lavoro INAIL: