Finalmente! Finalmente anche il sindaco di Bologna è costretto ad ammettere che il problema della sicurezza nelle città è legato anche all’immigrazione. Anzi, seppur a denti stretti, si lamenta dell’incredibile impunità di cui godono i criminali extracomunitari, i quali – sono parole sue -, se “vengono arrestati, poi escono dopo mezza giornata”.
Ovviamente, Matteo Lepore si guarda bene dall’indicare il perché e il per come ciò accada. Nulla si dice, in questo polemizzare col governo nazionale, delle assurde norme e della loro applicazione nei tribunali di tutta Italia e anche di Bologna, che tutelano, di fatto, questi delinquenti.
Aggiunge ancora, il primo cittadino: “Qui vedo che la destra parla del taser, quando invece dovremmo parlare del fatto che c’è una persona che non doveva stare sul suolo italiano da due anni e il centrodestra sta spendendo un miliardo per un centro di espulsione in Albania“.
La polemica è doppia e vede torti e ragioni divisi equamente tra Centrosinistra e Centrodestra. La pietra della scandalo, come si sa, è la vicenda dell’altro giorno, in cui si è visto un immigrato accoltellare una persona in piazza dell’Unità e resistere violentemente sia ad altri cittadini che ad alcuni militari dell’Arma. Situazione risolta dai carabinieri intervenuti, mediante l’utilizzo della nota pistola elettrica.
Ebbene, le forze dell’opposizione in consiglio comunale hanno subito chiesto di dotare di questo strumento anche gli uomini e le donne della Polizia locale. In particolare, lo ha chiesto la Lega, a cui, proprio di recente, si deve l’approvazione di norme che renderebbe possibile e lecito l’uso di questi strumenti anche da parte dei “vigili”. Immediata, però, la replica negativa di Lepore, per il quale i suoi “poliziotti” avrebbero “altri compiti”. Quali? Difficile dirlo, visto che i 500 circa “vigili” di Bologna non si vedono praticamente mai in strada, se non per azionare dei “telelaser”, utili solo a rilevare l’eventuale superamento dei 30/kmh nelle strade interessate dalla nuova politica di mobilità urbana imposta dalla giunta.
I soli bolognesi che hanno il discutibile piacere di vedere questi agenti in azione, non sono quelli che commettono reati, ma quelli un po’ distratti quando sono in auto. Eppure, se la Polizia locale vede i suoi elementi armati di pistola, non si capisce la ragione per cui non dovrebbero avere anche un “taser”. Anzi, la si comprende benissimo, questa benedetta ragione: la pistola è, per i “vigili”, una strumento di autodifesa, da usare solo nel caso sia in pericolo la loro incolumità; il “taser” sarebbe uno strumento di lavoro, da adoperare ogni qual volta fosse necessario garantire la sicurezza altrui.
In altre parole, dire che la Polizia locale avrebbe “altri compiti” – chiedendo implicitamente più poliziotti e carabinieri allo Stato – è solo un modo, da parte del “comandante supremo” degli stessi vigili, di non dover pretendere da loro che s’impegnino maggiormente nel contrasto al crimine, continuando, di fatto, a utilizzarli come “esattori” dei cittadini “solvibili”, da spremere con ogni pretesto.
In ciò risiede l’ipocrisia di chi, come Lepore, pretende, a parole, di farsi paladino della Giustizia, ma senza sentire il dovere di agire, con le forze che ha direttamente a sua disposizione, per fare la sua parte, su questo delicatissimo e fondamentale fronte.
Di contro, avendo denunciato i limiti stessi delle azioni di contrasto messe in campo dalle forze dell’ordine, il sindaco, da una parte, ha messo a nudo l’inefficienza attuale del Centrodestra, ma, dall’altra, indirettamente e involontariamente, gli fornisce l’assist per andare a rete – qualora il governo lo volesse davvero – e vincere la partita.
Se avessero veramente a cuore la sicurezza dei bolognesi e degli italiani, Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia – da domani, se non da oggi – si metterebbero all’opera per rimuovere tutti gli ostacoli normativi che impediscono di espellere istantaneamente tutti gli stranieri non comunitari – per i cittadini Ue la questione è più complessa, oltre che di infinitesimale importanza – responsabili di tutta una serie di reati che creano allarme, pericolo e degrado sociale. A partire anche dal semplice spaccio di una bustina di droga. Anche denunciando trattati internazionali che, a causa di mal interpretate “esigenze umanitarie”, impongono allo Stato di non espellere verso i paesi d’origine i criminali, in quanto nelle rispettive patrie sarebbero trattati peggio.
Ora che anche i sindaci di sinistra, da Bologna a Milano a Roma e altrove, sono travolti dall’ondata di criminalità che sta investendo ogni contrada italiana, l’alibi per leggi realmente ferree ed efficaci, il Centrodestra ce l’ha. Certo, è penoso che, per governare davvero, il Centrodestra abbia bisogno che si spaventi, per la situazione, il Centrosinistra. Però, il Centrosinistra adesso ha paura di pagare lo scotto di questa invivibilità che caratterizza le città ed è il Centrodestra, ora, a non aver più alibi per traccheggiare.