Ogni tanto è giusto parlare di cose leggere. Di sport, di passione, di tricolore e di quella maglia azzurra che, una volta, non si indossava per soldi né per carriera, ma per amore di patria. Eppure, anche quando si parla di sport, ci si scontra con il vizio tutto italiano – anzi, tutto ideologico – di riscrivere la storia. Soprattutto se quella storia non si piega alla narrazione progressista.
Vittorio Pozzo, per esempio. Un nome che dovrebbe campeggiare sui libri di scuola, nei musei sportivi e nei cuori degli italiani. E invece? Silenzio. Rimozione. Dimenticanza. La solita damnatio memoriae, silenziosa ma efficace, applicata a chi ha brillato in un’epoca che la sinistra vorrebbe rimuovere con la gomma dell’ideologia.
Eppure, Pozzo non è “solo” l’allenatore che ha vinto due Mondiali consecutivi (1934 e 1938) – impresa mai più riuscita a nessuno – è anche l’uomo che, nel 1936, guidò l’Italia all’oro olimpico a Berlino. Un trittico irripetibile, che fa impallidire qualunque altro ct nella storia del calcio.
E tutto questo lo fece senza percepire uno stipendio. Come molti calciatori dell’epoca, Pozzo allenava gratis, per senso del dovere, per spirito di servizio, per onore. Roba che oggi farebbe sorridere i mercenari del pallone moderno. Ma erano altri tempi. Tempi in cui l’Italia vinceva e si faceva rispettare. Tempi in cui la parola “Nazione” non era una bestemmia.
Ma provate a cercare Pozzo nei talk show, nei documentari, nei palinsesti delle celebrazioni ufficiali: sparito. Perché? Perché ha avuto la “colpa” di vincere durante il Ventennio. E questo, per la sinistra culturale, è imperdonabile. Poco importa se i meriti sportivi furono straordinari e se il calcio, all’epoca, univa un popolo intero. Ciò che non rientra nella cornice ideologica viene semplicemente cancellato.
Questo piccolo articolo vuole ricordarlo. Con leggerezza, certo, ma anche con rispetto. Perché Pozzo non era un uomo qualunque. Era un gigante che ha dato all’Italia tre trofei internazionali, un’identità calcistica, e un esempio di rettitudine. E se la memoria ufficiale lo ha seppellito, noi continuiamo a tirarlo fuori dal baule della verità.
Con un sorriso e, sì, anche con un po’ di nostalgia
Gianluca Mingardi
Il 2diPicche lo puoi raggiungere
Attraverso la Community WhatsApp per commentare le notizie del giorno:
Unendoti al canale WhatsApp per non perdere neanche un articolo:
Preferisci Telegram? Nessun problema:
Grazie a Mingardi per questa memoria cancellata. Altri tempi si dirà ma certamente migliori degli attuali dove un Ct della Nazionale prende una barca di soldi per raccogliere magre figure….
Persone così esistevano una volta oggi corrono solo e soltanto dietro i soldi…
La soddisfazione e la morale sono inesistenti
Grazie per tener vivo il ricordo di questo grandissimo allenatore della Nazionale.