Emanuele Tesauro. “IN VIAGGIO SENZA GANDALF. I nostri anni ’90 tra sogni, palchi e barricate”
Questo libro se può a buon diritto essere considerato come una storia del gruppo musicale degli Hobbit, è senza dubbio un testo che può essere letto a più livelli o se preferite, a cerchi concentrici. Perché se è vero che attraverso le sue pagine l’autore ripercorre gli anni della propria giovinezza con relativi sogni e battaglie, appare evidente come questo percorso è sempre comunitario, saldamente inserito in particolare nella storia del gruppo e delle sue canzoni: come sono nate, come sono state perfezionate e che messaggi volevano trasmettere soprattutto ai giovani.
Colonna sonora
E questo percorso musicale militante a sua volta, è inserito in un contesto storico e ideale più ampio e vengono citati e recensiti letteralmente decine di band musicali italiane, britanniche, spagnole, scandinave, francesi e tedesche. Una vera e propria colonna sonora per generazioni di militanti europei. Particolarmente importanti ma anche toccanti le pagine dedicate a Ian Stuart e alla descrizione della sua morte – un “incidente” che ha in realtà tutte i caratteri di una sinistra operazione da servizi segreti per eliminare un capo naturale che aveva avviato una vera rivoluzione politica in un ambito, quello musicale, che il Sistema voleva tenere strettamente sotto controllo e non solo per motivi economici.
Più in generale, parlare delle band di musica alternativa come gli Hobbit, significa spesso ricordare che si tratta di persone che avrebbero potuto facilmente avere successi mediatici e commerciali se solo avessero rinunciato alla coerenza e allo Stile di vita che volevano incarnare. E questo, in un mondo di politicanti in vendita e di intellettuali in affitto, è già una grande vittoria morale.
Tappe serrate
E il viaggio descritto dal libro è a tappe serrate, costellato di canzoni, concerti, interviste, feste e campi per militanti, scontri, congressi e assemblee, battaglie politiche e tradimenti di politicanti, problemi e difficoltà di ogni genere ma anche di mangiate da buongustai, di aneddoti curiosi e divertenti e soprattutto da tanti fratelli e camerati che lo hanno segnato come pietre miliari lungo una antica strada legionaria.
Lungo il cammino della band non sono mancati i momenti difficili di ogni genere, gli ostacoli frapposti dalle circostanze avverse, i momenti critici affrontati con la determinazione di non fermarsi, di proseguire la marcia. In questo il libro può essere di stimolo e incoraggiamento per tutti quelli che si trovano a gestire una band o più in generale, che fanno parte di un gruppo militante locale, di una sezione, di un circolo culturale, perché le avversità e anche le sconfitte non mancheranno mai ma quello che fa la differenza è il modo, diremmo lo spirito con il quale le affrontiamo e la forza di volontà con la quale reagiamo. Tutte le comunità umane incontrano difficoltà ma solo quelle più determinate sopravvivono ai momenti di crisi uscendone talvolta più forti di prima. E anche questa è una lezione preziosa che ci viene da questo libro.
Hobbit
Del resto, le vicende narrate sono inserite in un contesto storico complesso che però Emanuele riesce a sintetizzare e illustrare brillantemente. Per chi ha vissuto gli anni descritti nelle prime 50 pagine, particolarmente il passaggio dalla prima alla seconda repubblica, gli attentati ai giudici, il tradimento di Fiuggi, le leggi speciali antinazionali, sembrerà di rivedere un documentario d’epoca mentre per chi è più giovane quelle stesse pagine saranno come una sintesi, una sorta di Bignami storico ma soprattutto una chiave di lettura per capire il presente dell’Italia nella sua drammaticità di ex potenza economica tristemente ridotta a deserto sociale e a frullato etnico.
La narrazione si conclude con la fine del secolo e del millennio, ma dal momento che sono trascorsi tanti altri anni e che gli Hobbit sono tuttora vivi e vegeti oltre che pieni di energia ideale, diamo per scontato che Emanuele Tesauro ci regalerà un seguito che sarà sicuramente altrettanto gradevole e interessante da leggere.
Marzio Gozzoli
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