Il primo cittadino milanese Beppe Sala continua a ripetere, forse per autoconvincersi, che Milano è una metropoli sicura, vivibile, moderna e inclusiva.
Qualche giorno fa mentre ripeteva questi concetti e sull’importanza degli immigrati di cui abbiamo bisogno e che sempre secondo il nostro “beneamato” sindaco sono una ricchezza per il nostro paese, in via Padova, un immigrato “Maranza” tirava fuori una rivoltella e si metteva a sparare per aria, come fosse la cosa più normale al mondo, fortunatamente senza alcuna conseguenza per nessuno.
La stessa via Padova, che oramai si è trasformata in un quartiere che potremmo ritrovare a Beirut, Gaza, Quito o Abuja, una microcosmo tribale ove sembra non essere in Italia, dove sono sempre meno abitanti autoctoni, sempre meno negozi italiani, ma sempre più vetrine sporche, smorte ove troviamo, al loro interno, improbabili merci di dubbia origine e senza alcuna sicurezza, specialmente per le derrate alimentari, in barba alle più semplici regole sanitarie; mentre davanti a loro, sostano, accampandosi, orde di barbariche genti che piacciono molto al nostro sindaco, ovvero arabi, africani, latinos, asiatici tutti senza meta, privi di uno scopo ma vagabondando qua è là per sbarcare il lunario cercando di racimolare qualche soldo, il più delle volte utilizzando per comprare droga e alcool, magari “alleggerendo” il malcapitato di turno che si trovi a passare da quelle parti.
La periferia
Questa è la periferia che Sala vuole, mentre sta rintanato nel centro città insieme alla sua “banda” di snob radical chic pensando ad un suo sciagurato terzo mandato alla guida della città, definendo la contrarietà al terzo mandato per sindaci e governatori come una posizione antistorica, sconfessando i suoi amichetti del partito democratico, e in alternativa pensando al suo futuro, magari in un nuovo soggetto politico.
E’ proprio vero che l’appetito vien mangiando e che per la smania di potere e onnipotenza si sconfessano gli “amici” di ieri o di oggi, solo per i propri tornaconti personali.
Paolo Ornaghi
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