Firenze, la città che ha dato i natali al Rinascimento, è stata ufficialmente conquistata dall’ultima moda woke. Con il nuovo corso inaugurato dalla sindaca Sara Funaro, neoeletta lo scorso anno, dopo secoli di dominio incontrastato di bianchi muscolosi e divinità marmoree, Piazza della Signoria ha finalmente accolto la sua prima statua di una donna nera. E non una donna qualsiasi, ma una “donna libera”, come ci tiene a precisare l’artista britannico Thomas J. Price.
Il David in crisi d’identità
Il povero David, ormai relegato a semplice “uomo bianco”, trema di fronte alla nuova arrivata. Chissà cosa penseranno anche il Perseo e l’Ercole, costretti a confrontarsi con una figura che “sfida le narrazioni tradizionali del potere”. Insomma, una rivoluzione culturale in piena regola, che ha come unico scopo quello di farci sentire tutti un po’ più inclusivi.
La bellezza è soggettiva (ma solo se sei woke)
L’artista Price, paladino della “bellezza non convenzionale”, ci spiega che l’ideale classico è una “gabbia”. Peccato che la storia dell’arte sia piena di donne bellissime, di tutte le forme e colori. Ma si sa, la verità storica è un optional quando si tratta di promuovere l’ideologia woke.
E così, nel cuore pulsante del Rinascimento, la nostra eroina moderna si erge fiera, il volto illuminato non dalla luce divina, ma dallo schermo del suo smartphone. Immersa nel suo mondo virtuale, scrolla, chatta e posta, ignara dei capolavori che la circondano.
Un modello di società illuminato, dove la connessione digitale trionfa sull’arte e sulla storia. Perché ammirare la perfezione del David quando puoi avere l’ultimo meme virale a portata di pollice? In fondo, chi ha bisogno di Michelangelo quando hai TikTok?”
Firenze, capitale mondiale del “copia-incolla”
E per finire, non dimentichiamoci che questa “provocazione” è tutt’altro che originale. L’artista Price ha già realizzato statue simili in altre città, dimostrando una creatività degna di un copista. Ma si sa, quando si tratta di “riflettere sull’inclusività, il cambiamento climatico e le nuove forme di sostenibilità”, l’originalità passa in secondo piano.
In conclusione:
Firenze, un tempo culla dell’arte, si è trasformata in un palcoscenico per le ultime tendenze woke. E mentre il David si interroga sul suo ruolo nella storia, noi ci chiediamo: quale sarà la prossima “sfida” che sconvolgerà la città? Forse una statua di un unicorno transgender?
Redazione
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