Ancora una volta i compagni odierni che sbandierano pace ed inclusività si dimostrano i degni nipotini degli assassini degli anni di piombo.
Oggi 28 aprile verrà inaugurato a Sesto San Giovanni, periferia nord-est di Milano, uno slargo dedicato alla memoria di Sergio Ramelli ed Enrico Pedenovi, il primo militante del Fronte della gioventù mentre il secondo consigliere provinciale del Movimento sociale italiano, entrambi uccisi in modo infame da esponenti della sinistra extraparlamentare durante gli anni di piombo.
Attesi molti esponenti di Fratelli d’Italia: tra loro anche il presidente del Senato Ignazio La Russa, per l’inaugurazione della targa.
Ieri Mattina, ovvero il 27 aprile, puntuale e vigliacca nello slargo è stato trovato un volantino che recitava:
“È un’infamia. Sesto ripudia la dedica di questo spazio a un fascista”
Sempre questa sera, invece, Anpi, Aned, Acli, Emergency, altre associazioni e i partiti di centrosinistra, organizzeranno in piazza della Resistenza, a Sesto San Giovanni, alle 18.30, un presidio di protesta.
Viene da chiedersi esattamente su cosa verta la protesta della sinistra: i morti degli anni di piombo che hanno militato nelle file della sinistra extraparlamentare hanno ricevuto ampi riconoscimenti, chi ha avuto una scuola intitolata, chi una via o una piazza.
Non si capisce perchè attorno alla morte di Sergio Ramelli si debba scatenare ogni anno questa insopportabile canea.
Ricordiamo che Sesto San Giovanni denominata la Stalingrado d’Italia da qualche tempo è governata da una giunta centro/destra.
Dopo più di 80 anni il fascismo fa ancora paura a determinati personaggi, privi di idee di una linea politica e di un senso critico costruttivo. Va da sé che la sinistra più che proporre e disporre tende al separare e a creare contrapposizione.
Paolo Ornaghi
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