Il 18 maggio si celebra la giornata nazionale in ricordo delle vittime delle cosiddette marocchinate. Un capitolo oscuro della nostra storia nazionale, una ricorrenza in cui, per una volta, gli italiani non si dovrebbero dividere, in quanto le vittime furono civili inermi, uomini, donne e persino bambini, ma anche prigionieri di guerra e partigiani.
Gennaio 1944. Le forze alleate, durante la risalita della penisola, si arenano a monte cassino e lungo la linea Gustav. Perdite pesanti, incapacità logistica e di tattica portano il generale Juin del CEF ( Corp Expeditionnaire Francais) a utilizzare le sue truppe di montagna, i goumiers, marocchini e nordafricani, per aggirare le esauste truppe tedesche e nel maggio del 1944 riescono nel loro intento. Piccolo inciso: questo squallido generale francese (che aderì prima a Vichy schierandosi poi con de Gaulle) per incentivare e motivare le sue truppe promise loro 48 ore di libertà senza incorrere in processi o provvedimenti.
La furia dei goumiers
Nel frusinate quindi si abbatte’ la furia violenta e predatoria dei goumiers. Le cifre, citate fra l’altro nel 1952 dalla deputata del PCI Maria Maddalena Rossi parlano di 60 mila violenze. Ragazze violentate e bruciate, altre crocifisse, bimbe di pochi anni violentate. Molti uomini subirono la stessa sorte ed alcuni furono impalati vivi. Oltre a ciò, vi furono altri danni collaterali: saccheggi e furti, donne che per pudore non denunciarono nulla e pagarono sulla loro pelle le violenze subite mettendo al mondo pargoli senza un padre e considerati reietti dagli altri abitanti dei paesi. Ancora si aggiungano le decine di donne e uomini suicidatisi per i postumi psicologici derivanti dai traumi degli stupri.
La cinematografia stessa con il film ” la ciociara” del 1960 con Sofia Loren riportò con cruda realtà ciò che accadde in quei terribili giorni.
Passano gli anni, la guerra non è finita da tempo, ma una nuova ondata di goumiers nostrani sta cambiando il DNA delle nostre città.
Eppure, questi goumiers, non sono montanari cresciuti nell’ ignoranza e non provengono dalle montagne del riff, dove la vita era difficile. No, questi nuovi goumiers, ora maranza, sono nati e cresciuti qui in Italia, sono andati a scuola, non sono vincolati da legami tribali, ma rivendicano il gruppo di appartenenza, non si sentono italiani, anzi ci odiano ritenendoci responsabili di chissà quale abominio nei loro confronti.
I maranza
Si muovono in branco, rapinano, rubano e spacciano perché’ amano il soldo facile.
I loro idoli sono i trapper, per lo più maranza come loro, che con la musica hanno fatto soldi ma che con le loro gesta e i loro video invitano alla delinquenza, alla violenza contro una società che, a loro dire, li ha emarginati e che quindi deve pagarne lo scotto.
Tutte balle, perché questo paese, tanto vituperato soprattutto dai sinistri, concede a tutti il diritto allo studio e all’avviamento al lavoro. È la volontà che manca loro, e la scusa della mancata integrazione non è accettabile e plausibile.
A difendere l’indifendibile, è rimasta solo la sinistra, perché spera in nuovo bacino elettorale. Le cronache sono pregne delle bravate di questi individui, che grazie all’indulgenza delle procure, commettono reati a raffica con la quasi certezza di farla franca.
L’insicurezza è la certezza per la gente comune, una “percezione” invece per le élite radical chic dei salotti buoni, che vivono nei loro palazzi con tanto di portineria.
Chi lavora, chi viaggia in treno o metro, sa di cosa si parla ed è ora di mettere un freno con fermezza a questi soggetti, che scambiano la democrazia con la debolezza.
Questo pseudo governo di destra è ora che metta mano a leggi ferree e a dare più poteri alle forze dell’ordine, spesso irrise ed impotenti.
Nessuno li trattiene
I nuovi goumiers devono imparare che non siamo terra di conquista ma un contesto dove devi farne parte in maniera costruttiva e partecipativa.
Se non gradisci, nessuno ti trattiene, vola altrove.
Tutte le chiacchiere della sinistra, infarcite di propaganda buonista, hanno fallito.
Prenderne atto è un sintomo di presa di coscienza terrena. Non si può più indietreggiare.
È ora che la politica faccia il suo lavoro e tuteli chi lavora e vive onestamente, non chi sputa sulle nostre tradizioni e religione.
Maurice Garin
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Letto tutto d’un fiato..che dire .chiaro come.il sole , anche se qualcuno non accetta l’evidenza dei fatto…grazie Maurice