Cavezzo è un comune della provincia di Modena, nel cuore della terra dei motori conosciuta come Motor Valley. È qui che gli imprenditori del settore dei materassi con i marchi Eminflex e Permaflex, Giacomo Commendatore e Massimo Iannuzzo, hanno posto la sede di una nuova casa automobilistica, la Giamaro (acronimo, appunto, di Giacomo, Massimo e Roland, primo progettista).
Il segmento prescelto dal neonato costruttore è quello delle supercar e lo scorso 22 maggio è stato presentato il primo modello, la Giamaro Katla, dal nome del più grande vulcano d’Islanda. Ed è proprio ad un vulcano che va la mente di qualunque appassionato di auto sportive, non appena legge i dati tecnici della vettura: monoscocca in fibra di carbonio, motore quadriturbo 12 cilindri a V di 120° da 6.988 cc, che eroga la bellezza di 2.157 CV a 9.000 giri e una coppia di 2.008 Nm, accoppiato ad un cambio, da veri appassionati, manuale a 7 marce e alla trazione posteriore.
Progetto tutto italiano
Si tratta di un propulsore completamente nuovo, sviluppato insieme alla torinese Italtecnica Engineering, che fa della Giamaro un costruttore completo, in linea con la gloriosa tradizione emiliana. Il prezzo sarà esorbitante come le prestazioni (si parla di una velocità massima di 500 km/h…), nell’ordine dei 2,5 milioni di euro.
Di fronte a questi numeri verrebbe da pensare ad un prodotto completamente fuori da qualunque logica. Invece, il paradosso della Giamaro è che, a modo suo, ci riporta al buon senso. Perché, dopo anni di propaganda green asfissiante, per cui l’unico futuro possibile dell’auto sembrava essere il motore elettrico, tornare a parlare di un purosangue esclusivamente endotermico, quasi commuove.
Anche se saranno pochissimi a potersi permettere un simile gioiello, la sua nascita suona come un sonoro “NO!” a chi pretendeva di imporre al mondo dell’auto una strada innaturale e, come stiamo constatando, assolutamente fallimentare.
Un “NO!” secco, deciso, senza il minimo cedimento alle mezze misure dell’ibrido. Alla follia di Bruxelles, Modena risponde con la saggezza di chi sa fare automobili. Perché le auto belle, capaci di emozionare e di far girare la testa quando le si vede passare, sono così. Profumano di benzina allo scarico.
Raffaele Amato
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