La querelle tra Donald Trump ed Elon Mask, in questo infuocato dal punto di vista climatico luglio, si arricchisce di una nuova esilarante puntata come in una sit-com a stelle e strisce.
Il presidente Usa ha avvisato che ha tutta l’intenzione di tagliare i sussidi governativi alle aziende di Musk, ed ha minacciato il miliardario di togliere i sussidi alle auto elettriche, colpendo di fatto le sue industrie, avvertendo che senza gli aiuti federali il ceo di Tesla dovrebbe andarsene: “Senza soldi pubblici, dovrebbe probabilmente chiudere e tornarsene in Sudafrica” ha scritto il TYcoon su, Truth, la piattaforma social media di sua proprietà. Valutando anche l’idea di una espulsione del Ceo di Tesla e SpaceX.
La risposta di Musk non si è fatta attendere, infatti su X non ha esitato a definire la proposta di legge di Trump, soprannominata “Big Beautiful Bill”, come dannosa per milioni di posti di lavoro americani, scagliandosi anche contro i parlamentari repubblicani che han votato a favore di questa legge.
Ma cosa è la “Big Beautiful Bill”
La “Big Beautiful Bill” è il disegno di legge promosso da Trump che punta ad aumentare le spese militari per la difesa; ed ha l’intendo di proseguire con il taglio alle tasse sui redditi avviata nel 2017, con un effetto pesantissimo sul debito Usa.
Questo disegno di legge, punta anche a limitare e ridurre gli sprechi interessando anche alcuni programmi di assistenza pubblica come Medicaid e Snap (Supplemental Nutrition Assistance Program ovvero i cosiddetti food stamp per l’assistenza alimentare delle famiglie a basso reddito)
Il Patto d’acciaio dei compagni di “merende” Trump e Musk
Sino allo scorso anno i due andavano amorevolmente d’accordo, tanto che per la campagna delle elezioni presidenziali dello scorso anno, Musk ha donato centinaia di milioni di dollari in favore di Trump e del partito repubblicano. In cambio, Trump una volta divenuto presidente gli ha affidato la guida del DOGE (Dipartimento per l’Efficienza Pubblica), un istituto creato per ottimizzare le spese federali.
Ma poi, evidentemente, qualcosa si è rotto bruscamente, ed in seguito alle crescenti divergenze politiche e strategiche e i due han cominciato a litigare come due bulletti da “college” americano di provincia, dando vita ad una stucchevole faida.
Tanto che Musk per distaccarsi dalla linea politica del suo ex-amico di interessi economici, ha annunciato l’intenzione di fondare, a breve, un nuovo partito politico, per dare battaglia a quello che prima era un suo compagno di “merende”.
No Mask No Party
Ecco che, dopo la rottura con Il presidente degli stati uniti Trump, ove son volati e continuano farlo, gli stracci, Elon ha annunciato la creazione di un nuovo partito politico: l’America Party. La decisione arriva in seguito a un sondaggio online lanciato da Musk stesso, secondo cui il 65% dei partecipanti si è detto favorevole alla nascita di una nuova forza politica, contro il 35% contrario.
Tramite, poi, stime fatte con Grok, l’intelligenza artificiale proprietà del multimilionario sudafricano, ha giudicato che un partito creato con questi presupposti potrebbe assestarsi tra il 5% e il 10%.
Il sondaggio è stato pubblicato il 4 luglio, data non scelta a caso, giorno dell’Indipendenza americana, per raccogliere pareri sull’attuale sistema bipartitico e cercando consensi in opposizione alla legge di bilancio “big beautiful bill” la legge di bilancio, voluta da Trump ed approvata dal Congresso, ritenuta da Musk una legge distruttiva del tessuto sociale degli americani e che rischia mandare in bancarotta buona parte del ceto medio americano.
Il partito
Il partito punta ad intercettare “l’80% di elettori tra Democratici e Repubblicani, ovvero gli indecisi e chi non si riconosce in questo bipolarismo, segnando la definitiva spaccatura con Trump.
La scelta del nome, poi, richiama all’” America First “slogan amato da Donald Trump, che racchiude in se tutti valori dell’America, una sorta di continuità ideale ed ideologica politicamente parlando, ma con la netta separazione e rottura con le idee del primo inquilino della Casa Bianca.
Meno sprechi, più libertà e un approccio tecnocratico e libertario di destra. Sono questi i pilastri del programma di Musk non riconoscendosi nei due grandi partiti dell’attuale sistema ritenuta da Elon un’”uni partitocrazia”.
Musk comunque non potrà insediarsi, qualora eletto alla White House, perché non ha i requisiti per farsi eleggere presidente degli stati uniti non essendo americano ma nato in Sudafrica; Quindi, la strategia del multimilionario sarebbe quella di fare da mediatore nelle decisioni da portare al Congresso, per lui, infatti basterebbe aggiudicarsi 2-3 scranni al Senato e 8-10 alla Camera per fare da ago della bilancia.
5 stelle USA
Insomma, un partito che nasce dal web, si affida a sondaggi e che tramite essi mira ad esser l’ago della bilancia del sistema, che vuole scardinare il sistema, forse aprendo il parlamento americano come una scatoletta di tonno?
Una cosa già vista, almeno qui da noi, un evento di “buffonesca” memoria messo in piedi da un comico che voleva cambiare la politica italiana ma che è stato divorato dalla sua stessa creatura, creatura che oggi non ne che la brutta copia del partito democratico, o se vogliamo la sua bella copia, dipende come la si guarda, ovvero un PD 2.0.
Un partito che ha tradito la buonafede di tanti “gonzi” che credevano in una ventata di freschezza nel panorama politico italiano, che ha creato solo danni e “posti al sole” per alcuni dei suoi esponenti. “Er Bibitaro” Di Maio docet.
Paolo Ornaghi
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