Il mondo intero sembra un enorme palcoscenico, illuminato dai riflettori dei media, dove i leader internazionali recitano parti scritte da copioni invisibili. Nell’ennesimo confronto con Putin, si scopre che Trump parla di denuclearizzazione, allude alla Cina, sogna nuovi incontri con Kim Jong Un, piuttosto che manifestare un inequivocabile e assoluto intendimento di fermare la guerra. Intanto, dietro le quinte, tra le ombre del palco, la realtà è diversa: civili uccisi, famiglie distrutte, vite spezzate in modo crudele e silenzioso.
La scena diventa grottesca quando sentiamo che Trump non sapeva della strage di civili nell’ospedale di Gaza, ultimo attacco di Israele o quando afferma che “Putin e Zelensky sono due persone che non si piacciono”. Non sono errori isolati o lapsus: è la prova che le marionette della politica discutono, negoziano e proclamano numeri e piani senza guardare davvero al mondo reale. Le dichiarazioni pubbliche sono banalità che cambiano ogni giorno e alimentano un processo mediatico fatto di illazioni, falsità, prese di posizione artificiose e grossolane. Prima l’Europa paga le armi a Zelensky, poi gli Stati Uniti “spendono” 380 miliardi e ottengono in cambio
accesso a risorse minerarie ucraine. Insomma, i fili dei burattini si intrecciano, ma chi muore non compare mai sul palcoscenico.
Non è questione di partiti o nazionalità: è un sistema intero che si muove senza etica. I politici appaiono come figure di un teatro rozzo, marionette il cui spettacolo serve solo a mascherare opportunismo, interessi economici e superficialità. E mentre discutono di numeri e alleanze strategiche, il pubblico reale – la gente comune – paga con sangue e paura il prezzo di queste esibizioni.
Chi ha valori, responsabilità e senso dello Stato deve osservare questo teatro con occhi lucidi. La politica dovrebbe essere un peso morale, non un esercizio di estetica o un gioco di potere. Ogni decisione dovrebbe pesare quanto una vita umana. E invece oggi, il sipario si alza e si abbassa mentre il mondo reale continua a bruciare, invisibile, ignorato, vittima di un grande spettacolo che si chiama politica.
Gianluca Mingardi
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