Ogni estate, puntuale come un orologio, si rinnova una delle piaghe più vergognose del nostro Paese: l’abbandono degli animali. Non solo cani e gatti, ma anche specie esotiche come tartarughe e cincillà vengono lasciate a loro destino da proprietari irresponsabili, spesso in partenza per le vacanze.
Un fenomeno in crescita Secondo l’ENPA, solo nel mese di giugno 2025 sono stati oltre 6.300 gli interventi di soccorso in tutta Italia per animali abbandonati o in difficoltà. Un numero impressionante che fotografa una realtà drammatica: la leggerezza con cui molti considerano un animale un “peso” da cui liberarsi.
Eppure la legge è chiara: l’abbandono è un reato punito con pene fino a un anno di reclusione o con multe fino a 10.000 euro. Nonostante questo, le sanzioni non sembrano sufficienti a fermare un fenomeno che, ogni estate, assume proporzioni allarmanti.
Non solo cani e gatti Negli ultimi anni sono aumentati i casi di animali meno comuni lasciati senza cure: tartarughe, cincillà, conigli e piccoli uccelli. Specie che, spesso acquistate d’impulso, si rivelano impegnative da gestire.
Una volta passata la “novità”, diventano vittime silenziose dell’incuria o dell’abbandono in ambienti inadatti, con gravi rischi per la loro sopravvivenza.
Cosa fare se si trova un animale in difficoltà
Le associazioni ricordano alcune regole fondamentali: Se si assiste a un abbandono, raccogliere subito prove (foto, video, targa del veicolo) e contattare le forze dell’ordine. Per animali domestici apparentemente smarriti, rivolgersi alla Polizia Municipale o ai volontari ENPA.
Nel caso di animali esotici o selvatici, chiamare il Corpo Forestale al numero 1515. no all’abbandono Molti ignorano che esistono soluzioni semplici ed etiche: pensioni per animali, pet sitter, affidi temporanei ad amici o parenti.
In più, microchip e sterilizzazione restano strumenti fondamentali per ridurre il randagismo e facilitare il ricongiungimento in caso di smarrimento.
Un appello alla responsabilità
Ogni animale dipende interamente da chi lo accoglie in casa. Abbandonarlo significa condannarlo a morte o a una vita di stenti.
L’appello delle associazioni è chiaro: “Non buttarlo via, non è un rifiuto”. Una frase che dovrebbe essere impressa nella coscienza di chiunque scelga di condividere la propria vita con un essere vivente.
Un’estate diversa è possibile. Basta iniziare da un gesto semplice: non tradire chi non ha voce per chiedere aiuto.
Valerio Arenare
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