Arrestato a Milano un sedicenne che sui social si faceva chiamare “l’incubo dei grattacieli” un’esplicita attinenza all’attentato dell’11 settembre alle torri gemelle a New York.
Il giovane, di origini iraniane ed incensurato, dopo una indagine della sezione antiterrorismo internazionale della Digos è stato soggetto ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice delle indagini preliminari del tribunale di Milano.
È accusato di propaganda e apologia di terrorismo e di addestramento con finalità terroristiche, aggravati dall’uso di strumenti telematici.
Sui social, ove il giovane era molto attivo, in più occasioni avrebbe mostrato il proprio sostegno allo Stato Islamico, pubblicando contenuti che inneggiavano ad attentati di matrice jihadista.
Fedele a Daesh
Il giovane, secondo le indagini, avrebbe abbracciato la causa dello Stato Islamico manifestando l’intenzione di “instaurare in Italia una provincia dello Stato Islamico giurando fedeltà allo stato islamico e all’Isis”.
Sempre online avrebbe pubblicato contenuti elogiativi dello Stato Islamico e di attentati di matrice jihadista, nonché di addestramento, e incitamenti espliciti al martirio, inviando ai suoi follower link diretti a siti di propaganda dell’Isis.
Atteggiamenti del genere vanno monitorati e controllati, ma il controllo deve essere a monte: se facciamo entrare nella nostra amata patria di ogni, senza alcun controllo o indagine preventiva, è chiaro che poi ci troviamo il “nemico” in casa, pronto a colpirci quando meno ce l’aspettiamo.
Nel caso specifico siamo sicuri che non si tratti di stupidera, ovvero quella fase adolescenziale che comporta una voglia incontrollata di fare stupidate.
Sappiamo benissimo come certa magistratura con il suo braccio armato della Digos conduca le indagini in modo capzioso solo per servilismo ed interesse verso una certa parte politica.
Paolo Ornaghi
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