Secondo un recente articolo, Buddy — un Golden retriever di circa quattro anni e mezzo — ha passato interi anni a supportare i bambini in ospedale svolgendo attività di pet‑therapy con serenità e dedizione, fino all’estate del 2024, quando ha ricevuto la diagnosi di sclerosi laterale amiotrofica a esordio motorio.
Anche dopo il ritiro ufficiale nell’aprile 2025, malgrado la malattia lo rendesse immunodepresso, Buddy continua a vegliare sulla sua conduttrice come se fosse ancora al lavoro: un gesto che conferma la profondità del legame tra cane e persona.
I cani da soccorso: angeli a quattro zampe nelle emergenze Oltre all’assistenza ospedaliera, esistono in Italia unità cinofile robuste, formate per intervenire nelle situazioni più critiche: terremoti, valanghe, ricerche di dispersi, soccorso in acqua… professionisti a quattro zampe che salvano vite, spesso dove le persone non riescono ad arrivare.
Chi li impiega e quanti sono Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco: circa 155 unità cinofile operative su tutto il territorio nazionale, impiegate nella ricerca di dispersi sotto le macerie o in superficie. Polizia di Stato: circa 250 cani, distribuiti in 29 squadre specializzate, molte delle quali dedicate alla ricerca e soccorso. Guardia di Finanza: nel 2023 ha formato oltre 120 cani e 60 istruttori, con 47 interventi di soccorso alpino che hanno portato al salvataggio di oltre 80 persone.
L’efficacia operativa Questi cani operano con tempi rapidi e grande efficacia: nelle prime 72 ore dopo un evento sismico o un crollo sono spesso decisivi. Un esempio emblematico: le unità cinofile che operarono nel terremoto del Centro Italia hanno salvato circa 60 persone sotto le macerie grazie al loro olfatto sviluppato, capace di percepire presenze umane anche a 4–5 metri di profondità. Dopo i primi giorni, però, il fiuto perde efficacia a causa del cambiamento degli odori legati alla decomposizione.
Razze e addestramento Le razze prevalenti utilizzate nei soccorsi includono Labrador, Golden retriever, Pastore Belga Malinois, Pastore Tedesco e Border Collie, scelte per resistenza fisica, fiuto sviluppato e adattabilità a contesti difficili.
L’addestramento è rigoroso: centri nazionali (come quello dei Carabinieri a Firenze o quello della Polizia a Nettuno) selezionano e formano cuccioli e loro conduttori, passando esami attitudinali e operativi. In Italia sono stati aggiornati nuovi regolamenti nazionali entrati in vigore dal 1 gennaio 2025, come il «Regolamento SAR TEAMS OPEN 2025» e la normativa per cani da soccorso individuali e a squadre.
Perché Buddy e i cani da soccorso ci insegnano qualcosa di importante Aspetto Significato Fedeltà e dedizione Come Buddy, anche un cane “in pensione” continua a prendersi cura, guidato da una missione profonda. Efficienza nei soccorsi Le unità cinofile riducono i tempi di ricerca e aumentano le probabilità di salvezza.
Impatto umano Oltre al soccorso tecnico, i cani alleviano ansia, stress e solitudine. Investimento e formazione La selezione accurata e la preparazione continua garantiscono interventi sicuri ed efficaci.
La storia di Buddy è meravigliosa proprio perché unisce umanità, resilienza e senso di dovere. Essa idealmente sintetizza tutto ciò che sanno fare i cani da soccorso: seguire una missione anche quando le condizioni diventano estreme.
In Italia, mentre l’azione dei cinofili è strutturata, continua e supportata da normative e formazione, storie come quella di Buddy ci ricordano che la vera forza viene dal cuore — e che spesso a salvarci sono “angeli con la coda”.
Valerio Arenare
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