La stampa estera vede ciò che in Italia si fatica ad ammettere: un progetto politico al capolinea
Il Movimento 5 Stelle guidato da Giuseppe Conte è osservato sempre più spesso dalla stampa internazionale come un esempio di declino post-populista: nato per cambiare tutto, oggi fatica a contare qualcosa.
Il giornale spagnolo El País ha descritto la fine dell’epoca grillina come una chiusura senza futuro, in cui l’espulsione di Beppe Grillo dal ruolo di garante è solo il simbolo più visibile di una deriva più profonda.
Le posizioni di Conte sul fronte internazionale – contrarietà al riarmo europeo rifiuto dell’invio di armiall’Ucraina,vicinanza alle posizioni del Vaticano hanno isolato il M5S in Europa, rendendolo irrilevante sia tra i progressisti che nei circuiti decisionali.
A livello interno, la retorica su giustizia sociale e diritti civili non basta a colmare il vuoto lasciato da uno svuotamento ideologico continuo: abbandonata la regola dei due mandati, messo da parte il “uno vale uno”, rotti i ponti con Casaleggio, il Movimento si presenta oggi come un contenitore spento con un’identità appannata e un consenso dimezzato.
I dati elettorali parlano:
10% alle europee, meno del 4% in molte regioni chiave, esclusione crescente dalle dinamiche di coalizione e perdita di credibilità tra gli attivisti.
La stampa italiana, salvo rare eccezioni, tende ancora a raccontare Conte come un “diverso”, ma è la stampa estera – da El País a Reuters – a restituire la verità: un esperimento politico che ha perso la spinta, la coerenza e soprattutto il senso.
Chi ancora lo segue con convinzione dovrebbe chiedersi se è rimasto qualcosa, oltre la retorica, da difendere davvero.