Due tragedie che si collocano all’interno di una lunga, annosa spirale di violenza, morte e dolore. L’accoltellamento di Lorenzo Cristea, nella notte tra il 4 e il 5 maggio 2025, e l’incidente del 14 agosto 2025, in cui Cecilia de Astis è stata investita e uccisa da un’auto rubata e guidata da ragazzini rom, non sono semplici episodi isolati.
Sono il segnale lampante di una società allo sfascio, in cui i valori fondamentali dell’uomo e della comunità sono stati cancellati senza pietà.
Lorenzo, ventenne, è stato ucciso da due giovani marocchini di seconda generazione mentre cercava di difendere un suo amico. Cecilia De Astis è stata travolta da un’auto guidata da minorenni provenienti da un campo rom. In entrambi i casi, le vittime erano innocenti; chi agiva senza inibizioni usufruiva dei servizi e delle opportunità dello Stato senza rispettarne una sola regola. Nessuna punizione immediata, nessun deterrente reale: la legge si mostra cieca e impotente, e chi delinque lo sa.
Individui isolati
Questa degenerazione ha radici profonde. Dopo il 1943, l’affermazione del liberismo atlantico ha trasformato il cittadino in un individuo isolato, competitivo, disinteressato a qualsiasi senso di comunità. L’illusione di poter vivere in uno Stato senza confini identitari, senza valori condivisi, senza doveri comuni, ha generato la deriva che oggi osserviamo quotidianamente. Il “buonismo”, spesso sbandierato come valore morale, non è che la maschera di una resa: una società che ha rinunciato a difendere i propri principi, consegnandosi all’arbitrio dei desideri individuali e all’anarchia morale.
Sorge spontanea la ricerca dei motivi e dei colpevoli. Spontaneamente respingiamo inorriditi le parole di coloro che chiamano “risorse” chi, direttamente o indirettamente, è responsabile di quanto accade.
La democrazia mostra tutta la sua vacuità. Non è strumento di protezione, né garante di partecipazione. È diventata un sistema impotente, manipolato dai più scaltri, mentre il popolo, con il suo voto scriteriato, ha delegato la propria coscienza. Il risultato è una comunità senza guida, in balia del caos, che consente a chi non condivide alcun principio di vivere indisturbato tra di noi.
Il ritorno all’Ordine
Ecco i veri colpevoli! Il popolo stesso e la sua democrazia ignorante e accondiscendente. I politici? Marionette.
Lorenzo Cristea e Cecilia De Astis raccontano la stessa storia: una società che non punisce chi delinque, che ha perso ogni valore essenziale, e che permette a chi vive di spingersi oltre le regole di agire impunemente.
Se non si vuole che queste tragedie diventino routine quotidiana, è necessario un ritorno radicale all’ordine, alla responsabilità e al senso civico. Prima che l’individualismo liberista e la democrazia vuota consumino ogni residuo di comunità, giustizia e dignità.
Gianluca Mingardi
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