Pochi giorni fa, l’intelligence francese ha lanciato un allarme sui tentativi dei Fratelli Musulmani di infiltrarsi nel tessuto democratico delle istituzioni francesi. Anche Repubblica ha pubblicato un articolo che evidenziava la loro evidente rete di influenza, costruita attraverso moschee, associazioni, scuole e social media, con l’obiettivo di trasformare la società francese imponendo progressivamente la Sharia.
Secondo il rapporto delle autorità francesi, 139 luoghi di culto sono ritenuti affiliati alla Federazione Musulmani di Francia e altri 68 sono prossimi all’affiliazione, tutti legati ai Fratelli Musulmani. La sinistra francese e alcune comunità musulmane hanno immediatamente reagito con le consuete accuse di vittimismo etnico-razziale e dissimulazione, affermando la propria innocenza. Questi fanatici vedono la democrazia non come uno scambio reciproco di idee e costumi, ma solo come un segnale di debolezza.
Oltre a ciò, il presidente Macron ha cercato di placare gli animi, mentre chi è in prima linea denuncia come l’efficacia della lotta contro l’islamismo (terrorismo di matrice islamica) venga spesso vanificata da strumenti legali ostruzionistici e dalla costante remora di interiorizzare il rischio di reazioni vittimistiche sui media riguardo all’islamofobia.
E in Italia?
Anche in Italia sembriamo “gonzi” come in Francia. A Verona, per esempio, potrebbe sorgere il più grande centro di formazione per imam in Europa. L’Istituto Italiano degli Studi Islamici e Umanistici, chiamato Bayan, ha ricevuto finanziamenti kuwaitiani tramite l’International Islamic Charity Organisation. Si ipotizza che tali fondi possano essere usati per “ungere gli ingranaggi” e chiudere un occhio sull’avanzata religiosa dell’Islam in Europa.
Ricordate il Qatargate, con Antonio Panzeri trovato in possesso di borse piene di euro in contanti? E come lui Eva Kaili, pagata sottobanco da Qatar e Marocco per dichiarare a Bruxelles che il Qatar era in prima linea per i diritti dei lavoratori. Ci troviamo con nemici esterni e “fronde interne”.
La posizione dell’Egitto
La cosa più sorprendente è che mentre in Europa ci prostriamo ai Fratelli Musulmani per non essere accusati di razzismo e islamofobia, in Egitto, dove la Fratellanza è nata, il presidente egiziano al-Sisi l’ha dichiarata fuori legge, arrestando centinaia di membri.
Riporto uno stralcio di un’intervista di al-Sisi a Le Figaro: “L’ideologia dei Fratelli Musulmani è pericolosa perché non hanno la minima tolleranza religiosa o politica. Invocano l’Islam per accaparrarsi l’intero potere economico e politico. Un jihadista non è che un Fratello Musulmano all’ultimo stadio. Hanno nomi diversi – HASM, Al Qaeda, Daesh (ISIS), Boko Haram – ma obbediscono tutti alla stessa ideologia mortifera. Vogliono distruggere non soltanto il mondo arabo ma il mondo intero.”
Sono parole tremendamente realistiche. Certo, al-Sisi non è un campione di democrazia, ma ha le idee chiare. In Europa, invece, siamo troppo “gonzi” o troppo corrotti moralmente.
Fratellanza Musulmana: organizzazione terroristica?
La ciliegina sulla torta è che la Fratellanza Musulmana è dichiarata fuori legge e considerata un’organizzazione terroristica nei seguenti paesi: Egitto, Bahrein, Siria, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Tagikistan, Giordania, Russia e Uzbekistan. Quindi, diversi stati a maggioranza musulmana li indicano come terroristi, e in Europa ce li “coccoliamo”.
Siamo forse “gonzi”? Direi anche un po’ “coglioni”. Stiamo giocando con il fuoco e ci bruceremo presto.
Maurice Garin
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