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Il movimento delle 64 Contee ungherese: intervista a Boór Tamás – Sfoglia la Fotogallery

Redazione di Redazione
08/10/2025
in Esteri, Interviste
2
Il movimento delle 64 Contee ungherese: intervista a Boór Tamás – Sfoglia la Fotogallery
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Siamo contenti di condividere con i nostri lettori una bella intervista fatta a Boór Tamás, rappresentante del movimento radicale ungherese delle 64 Contee/HVIM. In calce all’intervista anche la traduzione in inglese per il pubblico estero.

In primo luogo, vorrei chiedere di fare un’introduzione al vostro Movimento, il Movimento delle 64 Contee / HVIM.
Di che genere di movimento si tratta, quali sono i suoi ideali e le sue attività e come si posiziona all’interno della scena politica ungherese? Intrattiene legami con partiti rappresentati al parlamento di Budapest?

Il nostro movimento si chiama “Hatvannégy Vármegye Ifjúsági Mozgalom”, che può essere tradotto come “Movimento Giovanile delle 64 Contee”. HVIM è il principale movimento politico cristiano-tradizionalista in Ungheria. Il nostro principio più importante è la fedeltà alla tradizione. A livello politico, questo si traduce in monarchismo, valori cristiani, patriottismo e principi di destra. Ciò implica anche uno stile di vita che incoraggia i membri a migliorarsi sia interiormente che esteriormente, partecipando al contempo alla lotta politica in cui il movimento è impegnato.

Per quanto riguarda i partiti politici, siamo alleati con il partito “Mi Hazánk” (La Nostra Patria), che è rappresentato nel Parlamento ungherese e che, si spera, vi rimarrà anche dopo le prossime elezioni. Essi rappresentano valori simili ai nostri, ma noi – in quanto militanti di un movimento – operiamo nel campo dell’attivismo e non in quello della politica partitica.

HVIM ha partecipato il 12 settembre al forum anti-globalista di San Pietroburgo, promosso principalmente dalla sezione studentesca del gruppo russo Tsargrad, che ha portato alla creazione di una “Lega Internazionale Sovranista”, con la partecipazione di vari gruppi di patrioti europei, oltre che provenienti dal Sud Africa e dal Sud America. Che tipo di evento è stato? Perché avete deciso di accettare un invito in Russia proprio in questo momento storico?

Comincerò la storia da lontano, perché ha qualcosa a che fare con l’Italia. Ho conosciuto il movimento Tsargrad a Roma, quando abbiamo partecipato a una conferenza cattolica tradizionalista organizzata tre anni fa dal movimento italiano Militia Christi.

Anche Rete dei Patrioti ha preso parte a quell’evento. I rappresentanti di Tsargrad erano presenti via Skype, e dopo la conferenza abbiamo stabilito un contatto. Ho anche registrato un’intervista video con loro. All’epoca non sapevamo che, nel giro di soli tre anni, ci saremmo incontrati di persona nella città iconica di San Pietroburgo, dove hanno organizzato questo prestigioso evento.

Da 3 continenti e 14 paesi hanno partecipato 20 organizzazioni a questa conferenza anti-globalista, durante la quale abbiamo dichiarato di condividere gli stessi fondamenti ideologici in merito all’anti-globalismo e alla volontà di preservare la sovranità delle nostre nazioni.

Credo che nulla di questa portata sia accaduto negli ultimi decenni nella scena della destra radicale. Ci troviamo alle porte di grandi opportunità, e se sapremo usare con saggezza queste connessioni appena stabilite, il nostro messaggio potrà arrivare molto più lontano di prima.

In Europa, non è raro associare ancora la Russia al suo passato sovietico. Considerando che l’Ungheria è una nazione che ha sofferto per l’oppressione del comunismo sovietico e per la repressione militare del 1956 ad opera dell’Armata Rossa, non vedete una contraddizione nel recarvi oggi in Russia? Qual è stata l’atmosfera che avete percepito durante la vostra visita riguardo al rapporto dei russi con il loro passato sovietico?

La Russia viene spesso accusata di una sorta di neo-bolscevismo, forse perché molti russi provano nostalgia per l’era sovietica. Ma i nostri amici russi non rientrano in questa categoria. Sono monarchici, coltivano l’eredità delle forze controrivoluzionarie bianche. I loro principi sono molto, molto vicini ai nostri, il che ha reso facile entrare in sintonia con loro. Non ci sono stati argomenti tabù tra noi.

Vi faccio un esempio concreto: dopo la parte formale della conferenza, abbiamo condiviso qualche drink la sera e, insieme ai nostri camerati italiani, abbiamo cantato la famosa canzone “Avanti ragazzi.” Si tratta chiaramente di un canto anticomunista dedicato ai combattenti per la libertà del 1956, e i nostri ospiti russi non hanno avuto alcun problema con questo. È evidente che i nostri amici russi, militanti di Tsargrad, condividono i nostri principi anticomunisti, e poiché ne abbiamo avuto conferma, è giunto il momento di rompere questo stereotipo negativo sui russi.

Prima della conferenza, le delegazioni dei movimenti partecipanti al forum hanno sfilato nella “Processione della Croce”, una parata religiosa e patriottica in onore di Alexander Nevskij, tenutasi per le strade di San Pietroburgo con la partecipazione di decine di migliaia di persone. Puoi descrivere l’atmosfera durante la marcia?

La marcia è stata assolutamente affascinante. È stato profondamente ispirante vedere tanti religiosi guidare una folla enorme di giovani chiaramente credenti, vestiti con uniformi o magliette identiche, portare simboli religiosi e cantare cori che esprimevano la loro forte fede in Cristo. Per noi è stata un’esperienza indimenticabile. Lo spirito di questa marcia era chiaramente molto lontano dall’atmosfera dell’era sovietica.

Vorrei che anche in Ungheria ci fossero marce simili, con migliaia di persone religiose. E vorrei che sacerdoti o pastori prendessero l’iniziativa in politica su questioni coerenti con la nostra fede. La fede non è una questione privata.

Tornando alla fondazione della Lega Internazionale Sovranista: quali sono i suoi principi fondanti e i suoi obiettivi?

Alla fine della conferenza è stata fondata la Lega Internazionale Sovranista (ISL), che non è coinvolta nella politica attuale e non rappresenta un’alleanza partitica, bensì una cooperazione fraterna basata su valori condivisi. In questo spirito, le organizzazioni affini presenti hanno concordato quanto segue:

Riteniamo di fondamentale importanza la protezione della fede cristiana e dei valori tradizionali.

Dobbiamo combattere la propaganda satanica, misantropica, transumanista e LGBTQ.

Lavoriamo insieme per raggiungere i nostri obiettivi comuni. I problemi di una singola organizzazione sono i problemi di tutti, e li affrontiamo come se fossero nostri.

Condivideremo tra noi le tecnologie politiche e mediatiche disponibili, nonché le esperienze nella costruzione organizzativa e nella pianificazione e realizzazione di azioni.

Coordineremo le nostre attività a livello globale, il che permetterà al nostro lavoro di avere un impatto politico e pubblico più ampio.

Ci aiuteremo reciprocamente e accoglieremo nei nostri paesi le persone perseguitate.

Organizzeremo azioni pubbliche di massa nei nostri paesi, facendo pressione sui nostri governi affinché adottino misure diplomatiche favorevoli alla nostra causa

Un’ultima domanda, non collegata al resto: riguardo a Ilaria Salis, che tutti noi riteniamo dovrebbe essere in carcere piuttosto che in parlamento, pensi che ci sia qualche speranza di vederla incarcerata un giorno? Le autorità ungheresi stanno ancora perseguendo efficacemente questo obiettivo

Sono felice che tu abbia menzionato questa questione. Questo caso è chiaramente un insulto alla sovranità ungherese. Ilaria Salis è stata detenuta in Ungheria per la sua partecipazione a un attacco terroristico molto grave. Secondo la legge ungherese, la procedura legale contro di lei avrebbe dovuto concludersi, ma poiché ora gode dell’immunità come europarlamentare, ciò non è possibile. Il messaggio che emerge da questo caso è terribile: se sei un antifa, puoi picchiare persone innocenti fino a renderle invalide o ucciderle per la loro presunta posizione politica, e non solo resterai impunito, ma potrai persino costruirti una carriera di successo. Il tribunale e il governo ungherese dovrebbero cercare un modo per punirla per le sue azioni, ma temo che siano troppo preoccupati per le reazioni dei media.

Onestamente, per noi è scioccante che venga presentata come una sorta di eroina o vittima delle autorità ungheresi dai media occidentali.

Qualunque cosa facciano le autorità in questo caso, la cosa più importante è che continuiamo a svolgere il nostro dovere nel nostro ambito d’azione. Ci sono altri partecipanti agli attacchi terroristici sopra menzionati che sono stati convocati dal tribunale ungherese, e antifascisti stranieri continuano a venire a Budapest per sostenerli con manifestazioni. I militanti di HVIM sono sempre presenti per dar loro il “benvenuto adeguato”.

___________________________________________________________________________

English Version

First of all, I would like to ask for an introduction of your Movement, the Movement for the 64 Counties / HVIM.
What kind of movement is it, what are its ideals and activities, and how does it position itself within the Hungarian political scene? Does it have any relationships with parties represented in the Budapest parliament?

Our movement is called “Hatvannégy Vármegye Ifjúsági Mozgalom,” which can be translated as “64 Counties Youth Movement.” HVIM is the leading Christian-traditionalist political movement in Hungary. Our most important principle is loyalty to tradition. On the political level, this means monarchism, Christian values, patriotism, and right-wing principles. This also entails a lifestyle that encourages members to improve themselves both inwardly and outwardly, while also taking part in the political struggle in which the movement is engaged.

Regarding political parties, we are allied with the party “Mi Hazánk” (Our Homeland), which is represented in the Hungarian Parliament and will hopefully remain there after the upcoming elections. They represent values similar to ours, but we – as militants of a movement – operate in the field of activism and not in the field of party politics.

HVIM took part on September 12 in the anti-globalist forum in St. Petersburg, primarily promoted by the student branch of the russian group Tsargrad, which led to the creation of an “International Sovereigntist League,” with the participation of various groups of european patriots and also from South Africa and South America. What kind of event was it? Why did you decide to accept an invitation to Russia at this particular historical moment?

I will start the story from a distance, because it has something to do with Italy. I came to know Tsargrad movement in Rome, when we participated in a traditionalist Catholic conference organized three years ago by the Italian Militia Christi movement. Rete dei Patrioti also took part in this event. The representatives of Tsargrad were present via Skype, and after the conference we established contact. I also recorded a video interview with them[1]. At that time, we did not know that within only three years we would meet in person in the iconic city of Saint Petersburg, where they organized this prestigious event. From 3 continents and 14 countries 20 organizations took part in this anti-globalist conference, where we declared that we share the same ideological foundations regarding anti-globalism and the will to preserve the sovereignty of our nations. I believe that nothing of this scale has happened in recent decades on the radical right scene. We stand at the gate of great opportunities, and if we use these newly established connections wisely, our message can reach much farther than before.

In Europe, it is not uncommon to still associate Russia with its soviet past. Considering that Hungary is a nation that suffered for the oppression of the soviet communism and the military repression of 1956 carried out by the Red Army, do you not see a contradiction in traveling to Russia today? What was the atmosphere you perceived during your visit regarding the russians’ relationship with their soviet past?

Russia is often accused of some kind of neo-Bolshevism, perhaps because many Russians feel nostalgic about the Soviet era. But our Russian friends are not among them. They are monarchists, cultivating the heritage of the White counter-revolutionary forces. Their principles are very very close to ours, which made it easy to get along with them. There were no taboo topics between us. Let me give a concrete example: Following the formal part of the conference, we shared some drinks in the evening and, together with our Italian comrades, sang the famous song “Avanti ragazzi.” This is clearly an anti-communist song dedicated to the freedom fighters of 1956, and our Russian hosts had no problem with it at all. It is very obvious that our Russian friends, militants of Tsargrad, share our anti-communist principles and since we made sure of it, it is time to break this negative stereotype about Russians.

Before the conference, the delegations of the movements participating in the forum marched in the “Procession of the Cross,” a religious and patriotic parade in honor of Alexander Nevskij, held with tens of thousands of people through the streets of St. Petersburg. Can you describe the atmosphere during the march?

The march was absolutely fascinating. It was deeply inspiring to see many clerics leading a huge crowd of obviously religious young people, dressed in uniforms or identical T-shirts, carrying religious symbols and chanting rhymes that expressed their strong faith in Christ. For us, it was an unforgettable experience. The spirit of this march was obviously very far from the atmosphere of the Soviet era. I wish we had similar marches with thousands of religious people in Hungary. I also wish priests or pastors would take the lead in politics on issues consistent with our faith. Faith is not a private matter.

Returning to the founding of the International Sovereigntist League: what are its founding principles and objectives?

At the end of the conference, the International Sovereignist League (ISL) was formed, which is not involved in current politics and is not a party alliance, but rather a comradely cooperation based on shared values. In this spirit, the like-minded organizations present agreed on the following:

We consider the protection of the Christian faith and traditional values to be of paramount importance.

We must fight against satanic, misanthropic, transhumanist, and LGBTQ propaganda.

We work together toward our common goals. The problems of any one organization are the problems of us all, and we solve them together as if they were our own.

We will share with each other the available political and media technologies, as well as our experiences in organization building and in planning and carrying out actions.

We will coordinate our activities on a global level, which will enable our work to have a greater political and public impact.

We will help each other and welcome persecuted people into our countries.

We will organize mass public actions in our countries, putting pressure on our governments to take diplomatic steps that are beneficial to our cause.

One last question, unrelated to the rest: regarding Ilaria Salis, whom we all believe should be in jail rather than in a parliament, do you think there is any hope of seeing her incarcerated one day? Are hungarian authorities still effectively pursuing such a goal

It is good that you mentioned this issue. This case is clearly an insult to Hungarian sovereignty. Ilaria Salis was detained in Hungary due to her participation in a very serious terrorist attack. According to Hungarian law, the legal procedure against her should have been concluded, but because she now enjoys immunity as an MEP, this is not possible. The message of this case is terrible: if you are an antifa, you can beat innocent people to the point of crippling or death for their supposed political stance, and not only will you go unpunished, but you can even build a successful career from it. The Hungarian court and government should seek a way to punish her for her deeds, but I am afraid they are too concerned about media backlash. Honestly, it is shocking for us that she is presented as a sort of hero or a victim of the Hungarian authorities in Western media.

Whatever the authorities do in this case, the most important thing is that we continue fulfilling our duty within our sphere of action. There are other participants in the aforementioned terrorist attacks who are summoned to the Hungarian court, and foreign antifas still come to Budapest to support them with demonstrations. The militants of HVIM are always on the streets to give them a “proper welcome”.

Tags: CristianoHVIMMi HazánkMovimento delle 64 conteeTradizioneUngheria
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