Ogni volta che muore un ladro, un teppista o chiunque in qualsiasi modo abbia compiuto o stia compiendo un reato, parte il piagnisteo…pullula di prefiche il popolo italiano!
Il dolore aumenta con la gravità del reato che il defunto ha commesso e si annulla se il morto indossava l’uniforme o era la vittima.
Se il delinquente defunto “sul lavoro” è un immigrato di carnagione scura scattano le attenuanti generiche, specifiche, razziali, religiose, etniche, sociali, culturali, scolastiche, familiari e di clan; se il delinquente è maschio e bianco le circostanze razziali, religiose, etniche, sociali, culturali, scolastiche, familiari e di clan diventano, ipso facto, aggravanti generiche e specifiche.
Questa dissonanza, questa dissociazione mentale è una malattia causata da un virus che, spacciato per cattolico, non lo è affatto: il virus del buonismo.
Perdono e Pena
Tale virus attacca il cervello e la memoria e fa dimenticare che la dottrina cattolica distingue tra perdono e pena.
Dio ha voluto che con la Confessione fossimo perdonati, ma la pena rimane.
Solo con l’indulgenza plenaria ci si libera della pena che avremmo dovuto scontare, ma tale indulgenza è una grazia speciale concessa dal Creatore.
La giustizia divina pretende, di regola, che si sconti la pena.
Confondere vendetta e richiesta che il colpevole paghi è un’altra conseguenza della malattia causata dal virus.
Il buonista
Il malato, il buonista, è un tipo umano molto caratteristico: un egocentrico che guarda al suo ombelico e si diletta di sé; gli riesce molto facile condonare la pena di un dolore che non gli appartiene e, troppo alto per lui il concetto di giustizia, gioca su un piano più facile: la mielosità.
Se è di sinistra, assolvendo coloro che gli piacciono per questioni ideologiche, oppure, da pseudo cristiano, credendo di andare in paradiso abbonando pene per reati che non lo hanno colpito.
I cattivi sono gli altri, incapaci come lui lo è, del gran gesto…lui segue Cristo sul patibolo dimenticando che il ladrone a cui il Salvatore promette il paradiso sconta sulla terra, nell’immane dolore della croce, la sua pena e con l’altro colpevole, non pentito, Cristo non parla!
In una parte nascosta di sé, in fondo in fondo al suo enorme ego, il buonista sorride…è più buono lui di Cristo!
La malattia è gravissima, fa milioni di vittime e, al momento, l’unica cura è un antidoto quasi introvabile: l’intelligenza!
di Irma Trombetta
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