I media occidentali definiscono il governo bielorusso dittatoriale, un regime dal pugno di ferro: quando qualcosa appena più a est, vicino alla Russia, Ucraina esclusa, si muove, immediatamente si levano i cori che gridano alla dittatura.
È stato il turno di Assad in Siria, ora è quello di Lukashenko.
Il Presidente eletto dal suo popolo è additato quale fautore di una guerra ibrida che farebbe uso dei migranti per colpire l’Occidente. Letteralmente sarebbe colpevole di organizzare un’invasione di migranti per indebolire l’Europa.
La premessa rivela di per sé un corto circuito che ha del ridicolo: nella libera e democratica UE non si può parlare di invasione, ma solo di utile immigrazione, oltretutto caldeggiata, se non imposta, dai governi occidentali.
In buona sostanza, quello che sarebbe il punto focale di un piano che la Bielorussia – quindi la Russia – avrebbe approntato contro l’Europa è, nella realtà dei fatti, ciò che l’Europa stessa propaganda quale bene assoluto per il presente e il futuro.
Respingere i migranti!
Il discorso andrebbe affrontato da un punto di vista obbiettivo, non di propaganda pro Ucraina e UE: la Bielorussia non vuole migranti ed esattamente come Malta li respinge.
Malta è un regime dittatoriale? No… Nessuno può interferire con le leggi di un altro Paese che, oltretutto, non è nemmeno parte della UE, tantomeno i media che conducono indagini giornalistiche con tanto di intercettazioni…
Da quando poi i giornalisti sono autorizzati a dare corso ad intercettazioni?
L’apparato mediatico europeo fa un baffo a CIA e SIS in quanto a spionaggio e controspionaggio.
Il nodo della questione, in realtà, sono le elezioni bielorusse: come sempre l’Occidente vorrebbe imporre un suo menestrello al comando di uno Stato vicinissimo alla Russia, vicinissimo in tutti i sensi ed ecco svelato l’arcano, non occorre essere uno 007 per capirlo.
In Europa si comincia a realizzare che la guerra contro la Russia di Putin sia stato un grossolano errore e sia necessario correre ai ripari, ma questo, nella libera Unione Europea non si può dire…
Cristian Borghetti
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