La consapevolezza del Sacro – È la condizione dello Spirito immanente all’individuo – non persona, poiché la nostra società e il modello di cui è pregna non può contemplare la persona – ridotto a non-integro come tanti affioramenti terrosi separati tra loro.
Dunque, l’individuo ridotto ad arcipelago, frammentato e privato della sua interezza spirituale, agitato e irrequieto, spesso incapace di conoscersi e consapevolizzarsi del malessere interiore che lo soffoca.
Tutto questo nella società della tecnica avanzata, teatro dell’assurdo – e dell’illusione! – dove si riduce la vita a slogan e ad annunci pubblicitari che vendono una realtà semplificata e funzionale a soddisfare ogni singola esigenza che la vita ci richiede giorno dopo giorno.
Eppure, la realtà, pur plasmata secondi concetti quali ‘smart’, ‘functional’, ‘easy’ e ‘free’ resta una condizione difficile, diventando paradossalmente una tela di ragno che ci intrappola e che non lascia scampo all’interiorità che si percepisce come oppressa senza spiegarsene il motivo, la causa.
L’inquietudine di fondo
Ed ecco che l’individuo intrappolato nella rete si domanda: com’è possibile che io percepisca questo disagio a livello di stato d’animo dal momento che la società in cui vivo mi permette di raggiungere e ottenere ogni bene materiale che io desidero?
Il punto è proprio questo e penso che risieda nella dicotomia eterna di Spirito-materia che riecheggia dentro di noi, una chiave di lettura di cui non tutti sono consapevoli.
La maggioranza degli individui ricerca una delle soluzioni a questo forte scompenso nella materia, nell’accumulo di beni materiali, illudendosi per un istante di aver risolto il malessere, poiché questo è il migliore dei mondi possibilipanglossianamente parlando.
Una massima sopra la quale il nostro tempo ha calcato la mano investendovi le vite altrui e che ha disilluso l’essere umano.
Una massima che a mio avviso andrebbe modificata ed epurata: questo mondo è il migliore delle illusioni possibili.
Tutto questo in assenza di Dio, nonostante il sottoscritto non abbia la certezza della fede nell’eterno principio creatore.
La società senza sacro
Perché Dio non è esclusivamente qualcuno che abita sopra le nostre teste, che ci guarda e ci giudica, bensì egli rappresenta quella dimensione del Sacro dove lo Spirito, ogni volta che vi accede, è come se tornasse al focolare, nella quiete rigenerativa delle architetture erette nel nome di Dio ma per l’essere umano e non per l’individuo.
Tuttavia, questa non è la società del Sacro, bensì la società che offende, disprezza, distrugge e sputa sul Sacro, poiché la società e il mondo globalizzati che deificano la materia non possono accettare la non-materia, l’anima, lo Spirito, il Sacro!
Quello che non si può toccare e non si può mercificare la società moderna non lo tollera, sarebbe come lottare contro il vento, capace di insidiarsi e insinuarsi in ogni interstizio.
Riccardo Giovannetti
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