lunedì scorso un ragazzo di 22 anni extracomunitario si è impiccato all’interno del carcere milanese di San Vittore.
Più di una ottantina i morti in cella quest’anno (e siam solo al sesto mese dell’anno) per più di metà deceduti per “altre cause”, molteplici da accertare,
Lo scorso anno, è stato l’anno in cui abbiamo avuto più suicidi in assoluto con il drammatico record di 90 suicidi.
Secondo quanto si apprende dal sito https://www.poliziapenitenziaria.it/ il problema maggiore delle carceri italiane è il sovraffollamento
Eppure, negli ultimi cinquant’anni, sono stati adottati più di trenta provvedimenti di clemenza tra indulti ed amnistie per svuotare il sovraffollamento degli istituti di pena. Il problema comunque non è omogeneo varia da regione a regione, attualmente la regione più affollata è la Puglia, con un tasso del 161%, seguita dalla Lombardia con il 137%. Per quel che riguarda invece il sovraffollamento per i singoli istituti di pena istituti nelle provincie di Taranto, Brescia è Como, siamo oltre al 200%.
Altro grave problema è la carenza di personale di polizia e degli altri ruoli dell’amministrazione penitenziaria, sempre secondo sito, il personale di polizia attualmente in servizio è inferiore di cinquemila uomini anche rispetto al nuovo organico previsto (36000 su 41000), stessa cosa per il personale dei ruoli socio-pedagogici, dei ruoli amministrativi e di tutti gli altri profili dell’amministrazione penitenziaria. Drammatica poi è anche la situazione del personale medico e paramedico, ove, dati alla mano, c’è in media un educatore ogni 80 detenuti ed un agente di polizia penitenziaria ogni 1,8 detenuti. Ma in alcune realtà si arriva a 3,8 detenuti per ogni agente o a 206 detenuti per ogni educatore, specie nel sud Italia.
Il fenomeno dei suicidi
Nelle carceri in Italia avvengono, purtroppo, una media di quattro/cinque suicidi al mese. Senza tener conto di quelli sventati dalla Polizia Penitenziaria quando riesce ad intervenire in tempo. Per fare un esempio per ogni suicidio messo in atto, ce ne sono almeno 25 tentati. Dal 2000 a oggi, i suicidi nelle prigioni italiane sono stati più di mille, mentre i morti in totale sono stati quasi tremila.
Nel 2018 ci sono stati 64 casi di suicidio, in crescita rispetto all’anno precedente, quando erano stati 50, e sono stati quasi mille i tentativi di suicidio sventati dai poliziotti, cioè, per ogni suicidio messo in atto, ce ne sono almeno 25 tentati. Dal 2000 a oggi, i suicidi nelle prigioni italiane sono stati più di mille, mentre i morti in totale sono stati quasi tremila.
Secondo poi il dirigente sindacale Di Giacomo, per capire meglio un fenomeno bisogna aggiornare il profilo suicida. Attualmente Il profilo del detenuto suicida si caratterizza per età sempre più giovane, che in media già nel 2024 si era abbassata sotto i 35enni, la mancanza poi di professionisti come di psicologi, psichiatri, mediatori culturali, come di interpreti porta la maggioranza della popolazione carceraria, che ricordiamo essere non autoctona, porta ad uno stato di malessere di tale popolazione che sfocia, oltre a comportamenti suicidari ed autolesionisti anche in di aggressioni al personale, quasi una media di 30 agenti ogni settimana
Suicidi e forze dell’ordine
Purtroppo, i suicidi avvengono anche tra il personale che lavora in carcere. Negli ultimi mesi, cinque poliziotti e un dirigente penitenziario. Suicidi che avvengono anche tra il personale che lavora in carcere. Nella Polizia Penitenziaria, in particolare, il fenomeno dei suicidi fa registrare percentuali preoccupanti: nella società civile 0,06 ogni mille abitanti, nelle forze dell’ordine 0,10 ogni mille poliziotti, nella polizia penitenziaria 0,13 ogni mille poliziotti penitenziari. Tanto da portare, ogni anno, al suicidio mediamente sette poliziotti penitenziari.
Il segretario generale della Uilpa sottolinea che ci sono “16mila detenuti oltre la capienza massima delle carceri italiane e si stimano 18mila unità mancanti alla Polizia penitenziaria, sempre più impoverita nelle carceri anche per le diverse assegnazioni di agenti a uffici ministeriali ed extra penitenziari, La situazione è esplosiva e va sempre più deteriorandosi”,
Lo stipendio netto di un poliziotto penitenziario a inizio carriera corrisponde a circa 1.200/1.300 euro mensili (dati del maggio ’24), mentre un Ispettore della polizia penitenziaria guadagna circa 1.500 euro netti al mese e un Commissario guadagna circa 2.000 euro netti mensili sino a d arrivare, con il tempo, a guadagnare, quasi 3.000 euro netti al mese.
Carceri sovraffollati
Inoltre, per diventare poliziotto penitenziario è necessario aver conseguito un diploma di scuola superiore e partecipare a un concorso per agente di polizia penitenziaria, che prevede il superamento di prove preselettive di cultura generale, prove fisiche e prove psicoattitudinali.
È fuor di dubbio che una tale condizione non aiuta a mantenere tranquilla la condizione delle carceri in Italia e che tutta la situazione va rivista e totalmente riformata, attualmente la percentuale di detenuti stranieri nelle carceri si aggira intorno al 31/36% in base ai periodi ed alle annate.
Una sana politica di blocco o contenimento su livelli accettabili dei flussi migratori e di remigazione delle persone che non hanno il diritto di stare sul suolo italico, può, sicuramente essere d’aiuto ad una situazione che negli anni è divenuta esplosiva, rendendo gli istituti di pena posti più tranquilli e vivibili e contenendo l’inutile sperpero di denaro pubblico che potrebbe essere indirizzato ed impiegato per faccende molto più importanti e utili alla collettività tutta.
Potete trovare la mappa delle morti nelle carceri Italiane dal 1995 ad oggi, sul sito www.ristretti.it ed aggiornata al 19 giugno
Paolo Ornaghi
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