L’estrema destra vince il primo turno delle elezioni in Romania.
Calin Georgescu, ex membro di AUR – il movimento capeggiato da George Simion – nazionalista, filorusso, avverso alla NATO, che non sorride certo a Israele, è favorito al ballottaggio che, l’8 dicembre, lo vedrà in corsa con Elena Valerica Lasconi della destra moderata.
Due esponenti di destra si contendono, dunque, lo status di Presidente dell’antica Dacia, della terra di Vlad Țepeș di Valacchia, il noto condottiero e ispiratore del personaggio Dracula per cui la Romania è famosa nel mondo, della sola nazione che, dopo il crollo del comunismo, abbia processato e giustiziato il suo autoritario Presidente, Nicolae Ceaușescu, della Patria di Corneliu Zelea Codreanu.
Una sorpresa
Il nome di Georgescu è uscito a sorpresa dalle urne, quando era dato per vincente Simion, il quale avrebbe dovuto contendere al ballottaggio con l’esponente socialdemocratico Marcel Ciolacu. Entrambi non hanno raggiunto i numeri per la sfida finale, ma…
Chi scrive che definisce il risultato “L’asso nella manica”, seguiti in diretta gli spogli dei voti interni e di quelli provenienti da Diaspora – i rumeni che vivono stabilmente all’estero – ha maturato un’idea subito confermata da un post apparso su Instagram, ovvero che questa vittoria sia frutto di una strategia da manuale. Georgescu e Simion, apparsi in una foto insieme titolata “Make Romania Great Again!”, potrebbero aver corso separati per raccogliere il primo i voti interni e il secondo voti di Diaspora.
Presente ad uno degli incontri tenutosi a Milano fra George Simion e parte dei rumeni in Italia, chi scrive può definire Simion uomo di spessore e allo stesso tempo uomo del popolo, sempre favorito dalla popolazione rumena all’estero e della fascia più giovane dei rumeni in terra natia, inviso, invece, alle fasce di età over sessanta.
Al Ballottaggio, Georgescu – candidato Presidente proprio da Simion nel 2022 – potrà certamente contare sui voti di AUR, sancendo una vittoria piena e indiscussa per coloro che possiamo definire con orgoglio e vanto, per scuola di pensiero e ideale patriottico, neo-legionari vicini alla Guardia di Ferro di Codreanu.
L’Europa cambia
In Europa si profila un cambiamento non indifferente, geo politicamente parlando: la Romania si avvicina a posizioni simili a quelle dell’Ungheria, nonostante le note scaramucce territoriali di rivendicazione dei confini fra le due nazioni. Georgescu e Simion sono sempre stati “Rumeni per la Romania”, agiranno quindi in nome e per conto della Nazione e del popolo.
L’Occidente globalista scricchiola, perde pezzi importanti sullo scacchiere internazionale. A Strasburgo qualche poltrona tremerà, poiché Georgescu e Simion possono contare sul membro rumeno del consiglio europeo Cristian Terheș, da sempre allineato alle posizioni di AUR.
L’Europa sta cambiando: i movimenti e partiti di estrema destra che avanzano, Donald Trump nuovo Presidente negli USA, Valdimir Putin leader di altissimo livello per saggezza e tattica politica, configurano un futuro di buon auspicio a cui anche l’Italia avrebbe – condizionale d’obbligo – potuto e dovuto partecipare.
Ahinoi, l’assoluta mancanza di personalità politica e ideale di una destra italiana creata dall’Intelligenza Artificiale non ci lascia scampo: siamo e resteremo fanalino di coda, ultima colonia tra le colonie, a meno che…
Cristian Borghetti
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