Questa volta a Oregina, in Liguria, alcune nullità hanno agito nella notte per ribaltare la targa dedicata a Norma Cossetto, studentessa italiana che si ritrovò coinvolta nel massacro delle foibe.
Dopo aver distrutto varie targhe che ricordano i morti non loro, i perdenti compiono le stesse coraggiose azioni rivendicandole con orgoglio, questa volta facendo un grottesco parallelismo con la situazione palestinese.
E qui possiamo finalmente avere la prova che le cose che fumano e che vorrebbero legalizzare fanno davvero male, perché paragonare la lotta antifascista a quella palestinese necessita di un cervello con le sinapsi distrutte da qualche sostanza strana che è giusto che rimanga illegale, visti i risultati.
Anche solo spiegare l’assurdità di certe affermazioni dovrebbe essere inutile, visto che si dà molto per scontato, ma a quanto pare certe teste vengono sopravvalutate, quindi facciamo un ragionamento semplice, alla portata di tutti.
La situazione palestinese, pur con le dovute differenze e i diversi contesti storici e geografici, a grandi linee può essere assimilata al dramma istriano-dalmata.
Con la scusa di un’aggressione subita, si giustificano massacri, rapine, esodi forzati, aggiustando alcune interpretazioni storiche a proprio vantaggio; come i sionisti usano eventi di oltre due millenni fa per passare come vittime, gli jugoslavi adducevano ad una presunta natura slava del litorale (e di buona parte del nord est italiano) per prendere diritti su terre che solo per un periodo limitato passato, e comunque sotto sistemi politici molto diversi, ha effettivamente fatto parte dell’area balcanica.
Difficile, comunque, che gli antifascisti aprano neanche un libro di scuola, ma un qualsiasi sito internet di divulgazione, ormai l’idea è quella e va accettata, il resto è revisionismo fascista.
Eppure, basterebbe un minimo di onestà intellettuale per fare propria questa semplice ma significativa frase:
“NETANYAHU È IL NUOVO TITO”
Lorenzo Gentile
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