Aziende senza giovani, generazioni tagliate fuori: oggi paghiamo il prezzo delle scelte sbagliate dei governi progressisti
A forza di mandar via gli
intermedi i professionisti over 45 troppo competenti e troppo costosi per la logica dei tagli lineari, oggi le aziende si ritrovano con le scrivanie vuote.
Peccato che proprio quelle scrivanie facevano la differenza, in termini di qualità, esperienza e tempistiche.
I baby boomer vanno in pensione, i giovani non arrivano, e l’Italia invecchia senza ricambio.
Questo scenario non è un imprevisto: è il risultato diretto di anni di scelte politiche miopi, figlie di una sinistra ideologica, che ha creduto di poter governare il mercato del lavoro con slogan e social network.
Tutto comincia con il governo Monti (2011–2013), tecnico sì, ma sostenuto da PD e Terzo Polo, che con la legge 214/2011, nota come riforma Fornero, ha alzato l’età pensionabile scaricando il peso su aziende e lavoratori, senza alcun piano per il ricambio generazionale.
Poi arriva il governo Renzi (2014–2016) con il Jobs Act (legge 183/2014): il colpo di grazia. Precariato legalizzato, tutele cancellate, formazione ignorata. Il risultato? Nessuna stabilizzazione, nessuna crescita.
Solo più insicurezza e più vuoti.
E i sindacati? Silenziosi. O peggio: collaborativi.
Hanno sempre firmato prepensionamenti come se fossero soluzioni, accettando di tagliare le competenze intermedie senza fiatare.
La figura professionale adulta è sparita dal dibattito, perché non serviva né alla politica né alla retorica del “largo ai giovani”.
Peccato che quei giovani non ci fossero.
Nel frattempo, la natalità è crollata: dal 2008 a oggi abbiamo perso oltre il 30% delle nascite annue.
Oggi, come scrive il Sole24Ore, le aziende cercano “giovani con esperienza”: una contraddizione tragica che descrive perfettamente il fallimento.
Intanto si parlava di “futuro digitale”, “transizione 4.0”, “innovazione”.
Ma senza capitale umano, l’innovazione è solo powerpoint.
Senza formazione, il futuro è solo retorica. Chi ha governato ha preferito rottamare (cit. Renzi) piuttosto che costruire.
E ora? Si lavora fino a 70 anni, ma non c’è nessuno a cui passare il testimone, perché quel giovane non è mai stato formato.
Il fallimento è davanti a noi.
E ha nomi, cognomi, leggi e responsabilità.
Oggi l’ultima speranza (ironicamente senza onorevole) è affidata all’intelligenza artificiale, proprio quella tanto temuta da sindacati e forza lavoro.
Perché nel frattempo, gli esseri umani li abbiamo persi per strada.
Questo è il quadro.
Non la narrazione politicamente corretta. Ma la cronaca reale di quello che è accaduto.
I frutti sono qui: acerbi, marci, inadeguati. E portano il marchio della sinistra.
https://www.ilsole24ore.com/art/le-aziende-cercano-giovani-esperienza-e-non-li-trovano-AFaHwUMC