Più di trentaduemila uomini si erano uniti per condividere e commentare foto intime delle proprie consorti, fidanzate o ex, in un gruppo Facebook chiamato “Mia Moglie” gruppo poi, giustamente chiuso, anche se in colpevole ritardo.
E sull’onda dell’indignazione (diciamolo anche clamorosamente cavalcata dalle femministe indiavolate) è nata la polemica attorno al sito phica.eu che dava in pasto agli utenti le foto pubbliche (o meno pubbliche) di personalità pubbliche. Ci sono finite dentro tutte, dalla Boschi alla Meloni (sarebbe interessante capire se anche la Schlein è stata oggetto di apprezzamenti di qualche pervertito).
Ad indagare e a procedere alla sua rimozione è stata la polizia postale dopo settimane di segnalazioni di ragazze che scoprivano di essere diventate lo strumento ricreativo di tanti maschi repressi.
Come detto questi “piccoli uomini” usavano condividere e commentare foto intime delle proprie consorti, per un piacere “malato”, in molti casi, trattasi di immagini rubate o diffuse senza alcun consenso; i reati contestati vanno dalla violazione della privacy al revenge porn: si attende solo che Meta (la società di Mark Zuckerberg, già Facebook) fornisca alla Procura tutti i dati inerenti gli utenti del gruppo per procedere contro di essi con azioni legali mirate.
Il maschio castrato diventa un porco
Chi espone così in modo vile la propria moglie, mostrando la sua intimità agli sguardi lascivi di estranei oltraggiandola ed esponendola pubblicamente al disprezzo altrui, oltre a distruggere la fiducia ed il rispetto che sta alla base di ogni rapporto coniugale, viene, anche, meno al suo ruolo di protettore e difensore di quella metà, ovvero il gentil sesso della coppia, distruggendo e calpestando di fatto, anche la sacra promessa matrimoniale fatta davanti a Dio e all’intera comunità nel giorno della cerimonia nuziale, ove ci si scambiano le promesse.
Siamo d’innanzi al decadimento totale di una società svuotata di valori, senza alcuna morale e schiava solo dell’apparire e sempre alla ricerca di una malsana notorietà, tanto da dover tradire la fiducia delle persone più care a loro vicine.
C’è un filo rosso che unisce drammaticamente l’esplosione dell’omosessualità ai maschi che non sanno accettare la fine di una relazione, ai maschi che si eccitano mostrando la foto della propria donna in pubblico. Sono i frutti malati di decenni di liberalismo, di feroce campagna femminista e del decadimento della morale che per lunghi secoli ha fatto da argine a certe pulsioni.
Internet non è altro che una centrifuga in grado di accelerare e moltiplicare l’abisso abietto nel quale sguazza l’uomo moderno.
Lorenzo gentile
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