Il caso dell’omicidio di Charlie Kirk, attivista conservatore americano, ha scoperchiato non solo la drammatica realtà della violenza politica, ma anche il volto più meschino e viscerale di una parte della sinistra. Sui social, i collettivi della cosiddetta “sinistra antagonista” hanno esultato davanti alla morte di un uomo: la sua foto pubblicata a testa in giù, accompagnata da un “-1” e dal commento “oggi è un giorno meno buio”.
Un macabro compiacimento, che rivela tutta la pochezza morale e il sudiciume interiore di chi si fa scudo di parole come “diritti”, “tolleranza”, “antifascismo” per poi augurarsi e celebrare la morte dei propri avversari politici.
Ed ecco la contraddizione. La stessa sinistra che a ogni piè sospinto accusa la destra radicale di fascismo, razzismo, omofobia, sessismo, inventando ogni etichetta possibile per screditarla, si dimostra la prima a giustificare, minimizzare o perfino legittimare la violenza quando proviene dai propri ranghi.
Nessuna condanna
Un manifestino minaccioso, una scritta sui muri, una foto capovolta con un insulto: tutto viene coperto da un silenzio assordante. Non una condanna seria, non un atto di presa di distanza netto, ma al massimo qualche sussurro ipocrita, perché nella loro narrazione l’odio “rosso” viene considerato meno grave, persino “legittimo”, richiamandosi al macabro e disgustoso spettacolo di piazzale Loreto.
La verità è che questo doppiopesismo alimenta una spirale pericolosa.
Quando la violenza viene ignorata se parte da sinistra, mentre ogni parola dura o slogan di destra diventa automaticamente un “attacco alla democrazia”, si produce un sistema sbilanciato che giustifica l’aggressione da un lato e demonizza dall’altro.
Non è tolleranza e non è civiltà: è l’alibi morale di chi predica il bene e pratica il male.
La foto di Kirk a testa in giù, in fondo, non è solo un insulto alla sua memoria: è lo specchio fedele di una cultura che si vanta di lottare contro l’intolleranza, ma che intollerante lo è fino al midollo.
E che, con il suo silenzio e la sua indulgenza verso i propri violenti, dimostra di non avere alcuna lezione da dare.
Gianluca Mingardi
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